I racconti della Confraternita di Radeschi

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Di
Maira Paola Fabbi
Ho chiamato Enrico questa mattina,
il mio amico Enrico Radeschi, giornalista-hacker(?)
dovevo assolutamente comunicare con il dott. Roversi.
Non so come spiegargli che io, nativa cartacea,
considero tutti questi : APP, HASTAG, LINK, POST, WI-FI,….
come ingredienti di una ricetta esotica,
tipo asiatica o nordica.
Oppure termini in codice:
per spiegare dove andare, come arrivare
con una sola parola, senza dover fare o dire troppo.
Io adesso abito in montagna, a Marola
ed Enrico già da Milano, quando lo chiamo
con il mio telefono grigio a rotella della SIP,
sente gli odori ed i profumi di cui sono capace.
Sono simili a quelli della sua terra, della Bassa.
Non devo insistere, perchè lui, Enrico Radeschi,
in groppa al suo fedele destriero, il Giallone,
arriva dove vuole, al volo, al momento giusto.
“Allora Marrina, che cosa ti spaventa oggi?….
Volta gli occhi, mandando lo sgardo dal mio Regno
a quello di mio marito, fatto di cavi, tablet, antenne,
..ed illuminandosi tutto, la mia paura si scioglie come
il soffritto sui tortelli di zucca.

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