Salone di bellezza per piccoli ritocchi



Alexander McCall Smith
Salone di bellezza per piccoli ritocchi
Guanda
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Per chi non la conoscesse, Precious Ramotswe è la fondatrice e proprietaria della Ladies Detective Agency n.1, prima Agenzia investigativa del Botswana, o perlomeno, la prima e unica specializzata nel settore dei problemi delle signore.
In cosa consiste  questa Agenzia? Una principale e una dipendente, un mezzo di trasporto, uno schedario, un bollitore, due teiere e tre tazze. E’ stata più o meno questa (una tazza in meno a dire il vero) la dotazione fin dal momento della sua fondazione. Il mezzo di trasporto è un furgoncino malmesso a cui la titolare è molto affezionata. Lo schedario, curato con professionalità dall’assistente, si trova collocato lungo un tragitto percorso ogni notte da tempo immemore  da una tribù di formiche. Spazzolarle via con dolcezza ogni mattina è diventato un gesto quotidiano,  mai si è  pensato di eliminarle: che noia possono dare?
Bollitore, teiere e tazze costituiscono l’armamentario per la preparazione del tè: preparare una tazza di tè e berla con calma sembra dare alle nostre investigatrici  il giusto tempo per riflettere , e far sentire un po’ più a loro agio le loro inquiete clienti. Il tè rosso, del resto, sembra fare molto bene alla pelle, dettaglio questo  fondamentale per l’unica dipendente, l’ insostituibile investigatrice associata, Sig.ra Grace Makutsi, che da sempre ha il cruccio di una pelle problematica e che sembra nascondere le sue forti emozioni dietro un paio di occhiali ma, in realtà, quelle stesse emozioni rivivono nelle spesse lenti di vetro che certe volte emanano bagliori inequivocabili e certe altre si rivestono del velo di una fine condensa di commozione.
Due donne, un equilibrio dolcissimo e prezioso. Precious procede con lente divagazioni e interminabili associazioni  di pensieri, immaginando talvolta di poter scambiare due parole con il suo defunto padre ,Obed Ramotswe, o riflettendo sulle pratiche tradizionali, sulle usanze che talvolta vengono trascurate dalle nuove generazioni, altre invece imposte con rigidità dai parenti più anziani, in primis dalla zia della signora Makutsi, una persona che metterebbe a dura prova la più paziente delle nipoti. Spesso la nostra investigatrice osserva gli uccellini sul ramo di un’acacia,  ritenendo i loro battibecchi istruttivi e preziosi per le sue ricerche. E poi, se non riesce proprio ad andare avanti, si mette a fare qualcosa di semplice, tipo pulire e tagliare una zucca, o abbandonato l’ufficio, e se ne va in cerca di ispirazione, mantenendo un proficuo stato sognante. Proficuo solo finché ha accanto la sua collaboratrice, che con le sue strane convinzioni ed il suo difficile carattere, sbotta d’improvviso sul più bello, e riporta la Sig.ra Ramotswe al cuore del problema.
In questo episodio la Ladies Detective Agency n.1, si trova ad affrontare ben due casi.
La brillante avvocato, signora Sheba Kutso, la contatta per verificare l’identità del beneficiario di un importante lascito testamentario,  la Sig.ra Soleti la invita a fare luce su una campagna denigratoria sempre più stringente che sta mettendo in ginocchio la sua impresa appena avviata, il Salone di Bellezza per piccoli ritocchi.
Non sono misteri sanguinosi, forse  si potrebbe persino non  fare ricorso alle forze dell’ordine per venirne a capo, e forse è meglio dipanare qualche trama infittita prima di decidere se si ha davvero vaglia di farvi ricorso: ma sono certo momenti  drammatici per chi si trova invischiato in quelle che si riveleranno reti di invidie, vergogna e segreti taciuti.
Precious ha un marito incantevole, il Signor JLB Matekoni, che sembra messo lì per fare innamorare la lettrice sulla soglia della disillusione. Premuroso e sempre desideroso di migliorarsi,  ha una sua officina di riparazione auto con sede accanto all’Agenzia Investigativa. Insieme hanno adottato due bambini, che ora sembrano essere grandicelli, due ragazzini in gamba nonostante le difficoltà.
Precious è  una dolce donna abitudinaria: la modernità delle consuetudini, delle autovetture, e persino i moderni quartieri  della città, non sembrano fare per lei.
E qualcosa di triste dev’esserci nel passato della nostra investigatrice, bellissima sebbene di corporatura imponente, con un  buonumore e una gentilezza che illuminano chi le sta accanto: forse un bambino che lei ha dovuto lasciare andare, nonostante fosse appena nato.
Invece, la Signora Makutsi ha appena avuto un bambino, nato proprio qualche giorno prima dell’arrivo delle piogge, quando la sensazione diffusa è quella di un’attesa spossata, in cui non si ha voglia di mettersi a risolvere alcunché.
E Precious,  si trova  costretta a guardarsi da fuori, a scoprirsi fragile d’improvviso, lei sempre abituata a misurare la debolezza umana.
E secondo la sua personale teologia, ci sono avvenimenti come la nascita di un bambino, che i nostri defunti, in qualche modo, vengono a sapere, e si ripete così il nostro legame con loro, anche se in effetti loro non smettono mai di parlarci. Come un bambino che continua a parlare con noi anche dopo che abbiamo spento la luce.
Il romanzo non è solo il racconto delle investigazioni, ma anche l’occasione per raccontare la vita delle due donne e del loro paese, per portare suoni, odori e sapori di un paese lontano.
Nella breve introduzione, Alexander McCall Smith presenta  il suo testo come un’opera deliziosa e un po’ surreale, ma secondo me si tratta di un suo tipico camouflage, come se volesse presentarsi ammiccante al lettore, come se non volesse far mostra dell’esattezza della sua scrittura, del procedere del suo narrare, mai solenne, mai leggero: sempre, piuttosto, preciso e vicino al cuore del personaggio. Come se gli ci volesse del tempo per raccontarci questa vicenda, e ci richiedesse proprio quel tempo, proprio quello che occorre, per ascoltarla.

Serena Imperiale

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