Senza finzione, una collana per farci riflettere

Prima dell’intervista ad Antonella Beccaria e Simona Mammano, un brevissimo flash su Stampa Alternativa, una casa editrice romana fondata nel 1969 sull’esempio delle Alternative Press americane e inglesi. Guidata da Marcello Baraghini, notevole personalità del mondo culturale italiano, ha come pubblicazione principe I Millelire ed è oggi una realtà che si è fatta spazio nel mondo editoriale.

Come definireste in poche parole questa realtà?

Beccaria: È sicuramente un angolo particolare del panorama editoriale italiano all’interno del quale è possibile aprire un dialogo presentando progetti che poi possono diventare realtà, come nuove collane ma anche il discorso del copyleft letterario attraverso cui “aprire” i libri ai lettori al di là del semplice e meccanico acquisto di una copia di un libro.

Due parole  di presentazione per Antonella Beccaria.

Ci limiteremo a dire giornalista e scrittrice: “NoSCOpyright” (2004), “Bambini di Satana” (2006), “Uno bianca e trame nere” (2007), “Il programma di Licio Gelli” (Socialmente, 2009). Cura l’antologia Creatice Commons in Noir 2008 pubblica su riviste web come Milanonera e Thriller Magazine e dal 2006 collabora con Stampa Alternativa seguendo il blog di Stampa Alternativa, Fronte della Comunicazione.

Come nasce un nuovo volume di  Senza Finzione?

Beccaria: Le linee guida della collana – argomenti che abbiano un marcato impatto politico o sociale – sono note alle diverse “anime” della casa editrice. Così quando una di esse si imbatte in un manoscritto che può interessare Senza Finzione, viene girato a Simona Mammano, la co-direttrice della collana e a me che ne facciamo una prima valutazione. Se il testo ci convince, allora lo sottoponiamo a Marcello Baraghini e al comitato di redazione. Ottenuto l’indispensabile avallo, allora si pianificano uscita, editing, schede di promozione e tutto il resto che serve per la pubblicazione.

Mammano: Siamo peraltro rimaste sorprese dell’ottima qualità dei manoscritti che ci sono stati inviati fino a ora, in particolare “Disonora il padre e la madre” di Alessandro Chiarelli aveva già un ottimo ritmo e stile narrativo, nonostante l’autore fosse alla sua prima pubblicazione.

Due parole di presentazione per Simona Mammano.

Assistente capo Polizia di Stato. Ha curato il Premio Franco Fedeli dal 1997 al 2007. Un racconto “Diaz” nell’Antologia La legge dei figli di Meridiano Zero. Dal 2006 collabora con il Laboratorio Comunicazioni Facolta Giurisprudenza, Università di Urbino, dal 2007, Cultrice di Sociologia della comunicazione presso la facoltà di Scienze Politiche di Bologna. Pubblica su riviste web, cura la rubrica “L’angolo del giallo” per il mensile Polizia e Democrazia e collabora con la pagina dei libri di Repubblica Bologna.

Come riesci a coniugare le tue molteplici attività con la Collana?

Mammano: Diventa una scelta di vita, ho fatto diventare un lavoro quelle che sono sempre state passioni: lo studio e la lettura. Parlo di studio perchè per valutare testi con argomenti di mafia, politica, terrorismo, eversione rossa o nera è indispensabile una profonda conoscenza dei temi e un continuo aggiornamento. Da anni Stampa alternativa pubblica due collane Eretica ed Eretica speciale. La nuova collana  Senza finzione nasce dalla volontà di staccare alcuni titoli, narrando con metodo giornalistico o narrativo al fine di dare maggiore visibilità a storie avvenute con impatto di tematiche legate al terrorismo, alla violenza, di interesse pubblico,  e a crimini con matrice o intenti politici.

Come operate le scelte delle opere da pubblicare?

Beccaria: Come accennato prima, perché un manoscritto venga inserito nella collana deve rispettare dei requisiti: deve raccontare una storia realmente accaduta (o fortemente ispirata a una realtà tangibile), avere un respiro che vada oltre lo stretto vissuto dell’autore o del protagonista declinando una situazione e costituire un pretesto per un dibattito pubblico. Per questo i primi tre volumi sono così diversi tra loro ma così radicati nel quotidiano, parlando del caso Telecom-Sismi vissuto dall’interno dell’azienda telefonica, una vicenda di pedofilia in famiglia (situazione che invece si tende a rimuovere collocando la violenza al di fuori delle pareti domestiche) e l’assalto alla Diaz, evento che ancora oggi è molto dibattuto.

Mammano: Cerchiamo di capire anche quali sono gli interessi del pubblico, senza però pubblicare instant book, che riteniamo solo conseguenza dell’emotività del momento.

Quante opere vi siete prefissate di pubblicare in un anno?

Beccaria: Per il 2009 i titoli sono cinque. Il numero dovrebbe essere confermato per l’anno prossimo, ma nel corso dell’estate si prenderà la decisione definitiva.

Mammano: E’ indispensabile anche capire l’apprezzamento del pubblico nei confronti della collana, siamo quindi ancora in fase sperimentale. Solo in seguito potremo decidere con gli editori il numero annuale delle uscite.

Pensate di poter pubblicare più opere su uno stesso argomento, presentandolo da diversi punti di vista?

Beccaria: Perché no? Potrebbe essere una prospettiva interessante.

Mammamo: Sì, interessante e intellettualmente corretta.

Tra gli indirizzi che intendete dare alla vostra collana figura la criminalità organizzata: per fare questo dovrete necessariamente allargare il campo. Pensate di porre limitazioni di luogo ai vostri testi?

Beccarla: No. Il vero discrimine, in aggiunta a quanto già detto, riguarda la novità dell’argomento. Faccio un esempio: sul caso Telecom, se n’è parlato tantissimo dall’esterno e un po’ dall’interno, con il libro di Giuliano Tavaroli. Ma mai dal punto di vista di chi quotidianamente lavorava nella security informatica di fronte a un computer. Questo punto di vista non era ancora stato affrontato.

Mammano: Allargare il campo è imperativo.

Ritengo che tutti gli argomenti che avete trattato finora e che intendete trattare possano avere una diffusione internazionale. Quali contatti avete preso per proporli all’estero?

Beccaria: Questo si farà in accordo con la direzione commerciale di Stampa Alternativa che ha già un proprio network di contatti all’estero.

Delitti privati. Lettura sociale. Quasi ogni delitto può avere una lettura sociale. Intendete ripercorrere con un diverso percorso interpretativo molti dei delitti perversi degli ultimi anni?

Beccaria: Non ci interessa il sangue di per sé. Dunque no a una ricostruzione sensazionalistica del delitto di Cogne, ma ben venga una lettura del contesto, per esempio. Si pensi al lavoro fatto da Pino Corrias sul delitto di Erba: quello era un viaggio all’interno delle contraddizioni della profonda provincia lombarda. La strage in sé diventa quasi un pretesto estremo per indagare una realtà.

Mammano: L’interessante è approfondire i risvolti sociali.

Le scelte operare finora sono state diverse. Il taglio giornalistico (Le tigri di Telecom)  e quello narrativo (Disonora il padre e la madre). Indubbiamente il taglio giornalistico è serio ed efficace, ma non pensate che l’impatto narrativo di una fiction, senza rischi di contestazioni e addebiti, costringendo il lettore  a calarsi in una storia consenta una migliore penetrazione nelle coscienze?

Mammano: La forma narrativa ha un forte impatto e per un tema sfaccettato e mai abbastanza conosciuto come la pedofilia è essenziale utilizzarlo, come ha fatto Chiarelli in “Disonora il padre e la madre”, ma a volte è importante la denuncia sociale o molto più semplicemente l’informazione fine a se stessa. La scelta dipende molto anche dallo stile che è più nelle corde dell’autore.

O, addirittura puntualizzando meglio quanto chiesto prima, non pensate che un taglio romanzesco, coinvolgendo forse un maggior numero di lettori porti a una molto maggiore diffusione dell’idea?

Beccaria: Pensiamo che ogni autore debba raccontare la sua storia con il registro che meglio sente per sé. Solo così potrà dar vita a un libro che possa coinvolgere il lettore. Proprio perché crediamo nella validità dei diversi strumenti narrativi non intendiamo porre maggior importanza alla fiction o alla ricostruzione saggistica.

Quali saranno i prossimi libri in uscita?

Beccaria: A maggio uscirà “Assalto alla Diaz” di Simona Mammano e a fine settembre “C’era una volta l’intercettazione” del magistrato antimafia Antonio Ingroia. L’anno per Senza Finzione si chiuderà a novembre con un libro dedicato al quarantesimo anniversario della strage di piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969. Si intitolerà “Attentato imminente” ed è la storia di un poliziotto che mesi prima di quella bomba intuì ma venne fermato e le sue indagini stroncate. Per scriverlo fondamentali sono i memoriali che quel poliziotto, Pasquale Iuliano, lasciò.

Mammano: Quest’ultima è una storia personale drammatica, che si inserisce a pieno titolo nella strage di piazza Fontana.

Una nuova collana ha bisogno di operazioni di marketing. Quali saranno i vostri prossimi trampolini di lancio? Fiere? Convegni?

Beccaria: La fiera del libro di Torino in primis e il festival della letteratura di Mantova per settembre. Dopodiché presentazioni ad hoc a ogni uscita, stiamo pensando a mini-tour per gli autori e costruendo un piano per i prossimi mesi che coinvolga anche eventi di taglio non propriamente letterario.

patrizia debicke

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