Sibil – Marco Scardigli



Marco Scardigli
Sibil
Rizzoli
Compralo su Compralo su Amazon

Poi ho scoperto che ogni persona ha un telefono e da ognuno posso vedere e sentire. Posso essere quella persona. È difficile capire perché e come tante cose vengono dette o fatte ma, alla fine, la sensazione è bellissima. È come essere tante persone.
Ho passato metà della lettura del thriller di Marco Scardigli a chiedermi se mi sarebbe piaciuto essere Sibil, questa straordinaria protagonista in grado di entrare e uscire da qualsiasi apparecchio digitale, di ascoltare conversazioni, leggere file, sbriciare vite. Eppoi mi sono detta di no. In realtà sarebbe un fastidio almeno avendo il carattere che ho. Ma per molte persone, invece, essere come Sibil nella realtà della vita forse sarebbe un privilegio soprattutto se si è degli investigatori, se si ha un ruolo sociale di protezione e cura esattamente come le altre protagoniste del romanzo di Scardigli: il colonello Marisa Santandrea e i capitani Addolorata Rubino e Mariangela Ortiga della Guardia di Finanza.
Una squadra di sole donne, volitive, preparate, esperte, ma normali. Non come Sibil che ha capacità oltre la normalità pur restando una ragazza come tante altre. O perlomeno all’apparenza. 
Ed è questa la grande forza di questo thriller. Niente automi, o ibridi, o umanoidi da fantascienza. Sibil ha una mente che ha imparato a usare molte di quelle capacità che normalmente il cervello umano possiede e che tutti noi non riusciamo, però, a utilizzare e quindi è speciale perché questo, non perché non è umana. Certo a differenza di tante ragazzine della sua età sembra avere altre necessità e bisogni, ma non ha nulla di alieno o di artificiale. Per questo il suo contributo alle indagini del colonello Santandrea sono preziosissime soprattutto perché la squadra delle ufficiali delle Finanza questa volta sembra essere seriamente in difficoltà a sgominare nemici abilissimi quanto loro. 
L’altra metà della mia lettura l’ho passata a innamorami del modo in cui Marco Scardigli descrive le donne, tutte le protagoniste di questo romanzo, il loro mondo a metà tra un lavoro complicato e di altro profilo e la loro vita privata, i loro umori, le loro “giornate amare” per dirlo con le parole di una notissima canzone. Questa incursione nella normalità delle protagoniste come quando Sibil si estranea per godersi il silenzio di cui ha bisogno fa apprezzare ancora di più le pagine si azione e suspense pura che non solo non mancano in questo thriller, ma sono anche meravigliosamente costruite con una narrazione credibile in cui anche le location risultano del tutto indovinate per il tipo di storia. 
Sibil fa leggere con passione, quindi, perché l’autore è riuscito a confezionare un thriller puro ma al femminile. Si può dire thriller al femminile? Non lo so, e neppure sono intenzionata a dare vita a un neologismo, ma posso dire che questo libro piacerà a tante tante lettrici, soprattutto a quelle con uno spiccato istinto materno. 

Antonia del Sambro

Potrebbero interessarti anche...