Abbiamo intervistato Clare Mackintosh in occasione dell’uscita del suo nuovo thriller SO TUTTO DI TE e della sua partecipazione al Nebbiagialla Noir Festival venerdì 2 Febbraio alle ore 21
Domani esce So tutto di te , vuoi presentarlo ai lettori italiani?
So tutto di te è un complesso thriller psicologico che parla dei rischi che corriamo quando la nostra routine quotidiana diventa troppo prevedibile. Se per andare a lavorare fai lo stesso identico percorso tutti i giorni, qualcun altro potrebbe saperlo e…
Hai lavorato a lungo in polizia, quanto c’è di quella esperienza nei tuoi libri?
Sono stata 12 anni nella polizia e ovviamente quegli anni sono ben presenti nella mia scrittura.
Posso descrivere esattamente le procedure e parlare con cognizione di causa dei rapporti umani e delle relazioni che intercorrono tra poliziotti.
È stato naturale per te scrivere crime?
A dire il vero avevo iniziato provando a scrivere un romanzo leggero, umoristico, ma istintivamente mi sentivo portata verso storie più nere. Penso che quello che c’è di interessante nello scrivere crime, come genere, è che ti permette di mostrare la natura umana allo stato puro.
Se sei stata vittima o testimone di un crimine, o ancora di più se l’hai commesso, sei in un momento disperato della tua vita. E per uno scrittore questo è un aspetto interessantissimo da esplorare.
Che tipo di personaggi ami descrivere?
Mi interessano particolarmente i personaggi femminili, perché sono spesso visti come più deboli rispetto ai maschi e spesso loro stesse si considerano tali. Ma quando una donna si confronta con una minaccia, spesso trova una forza enorme che lei stessa non immaginava di avere. Ecco, mi piace mettere delle donne normali in situazioni straordinarie.
Nel libro affermi che essere poliziotti è un lavoro a tempo pieno, perché non si stacca mai veramente. Era lo stesso per te? Credo debba essere molto stressante…
Decisamente! Dopo aver lasciato la polizia, mi ci è voluto molto tempo per riuscire a smettere di pensare come un poliziotto. Ora sono una scrittrice e devo dire che anche adesso non sono sicura di riuscire davvero a staccare la spina, vedo potenziali storie ovunque. Forse, quindi, più che il lavoro è una mia forma mentale, qualcosa che riguarda la mia personalità .
So tutto di te parla dei rischi della routine, dei comportamenti ripetuti, dell’essere continuamente sotto l’occhio delle webcam e dei pericoli nascosti nel postare continuamente sui social media.
Perché fatichiamo a comprendere che tutto ciò potrebbe ritorcersi contro?
Penso che siamo tutti sedotti dai vantaggi dei social. Creiamo intorno a noi una sorta di bolla che ci rende sicuri, come la nostra vita reale, la nostra routine quotidiana, e ci dimentichiamo che, intanto, stiamo divulgando informazioni personali che potrebbero metterci a rischio.
E tu? Usi i social?
Sì, e anche frequentemente, ma sto attenta a cosa posto. Per esempio, non mi “ registrerei “ mai a un evento perché sarebbe facile poi per qualcuno individuarmi mentre ci vado o torno a casa
Tu dai molta importanza alle vittime e dici una cosa semplicissima parlando di prevenzione:Â dovremmo ascoltare le vittime e non sottovalutare le loro denunce…
Credo fermamente si debba dare voce alle vittime e non cercare di affibbiare loro i nostri valori.
Noi partiamo dal presupposto che tutte le vittime vogliano giustizia, ma alcune vogliono solo dimenticare cosa è successo e andare avanti. A meno che non ci sia un valido motivo per ignorare il loro desiderio ( per esempio se l’assalitore è un pericolo per la società o è di pubblico interesse perseguirlo), noi dovremmo rispettare la vittima e la sua volontà .
Credi che le donne siano abituate a sentirsi in pericolo?
Sfortunatamente credo che ogni donna cresca ben conscia dell’importanza della propria sicurezza personale, cosa che non capita alla maggior parte degli uomini. Non mi è mai capitato di andare a casa a piedi da un bar o di camminare in una città  senza pensare che qualcuno avrebbe potuto assalirmi. Mio marito, per esempio, non ci pensa mai.
Kelly, la poliziotta del libro, infrange la procedura per proteggere Zoe. Cosa accadrebbe nella realtà se un poliziotto facesse lo stesso?
Beh, rischierebbe il posto, ma sarebbe ugualmente possibile che un capo comprensivo valutasse le circostanze che hanno portato alla decisione e lasciasse perdere.
Se dovessi andare a teatro, come Zoe, la tua protagonista, cosa sceglieresti tra Mama Mia e Trappola per topi?
Bella domanda! Adoro Mama Mia ( e tutti i musical), ma mi vergogno nel dire che non ho mai visto Trappola per topi. Quindi sceglierei questo.
Nei ringraziamenti scrivi che sei rimasta stupita dalla generosità dei tuoi colleghi scrittori di crime.
Cosa intendi dire?
Uno potrebbe aspettarsi che sia competitività tra scrittori, e invece è il contrario! I miei colleghi mi hanno dato moltissimi consigli sulla trama, sull’ambientazione, sul ritmo etc e hanno fatto promozione ai miei libri parlandone sui social e citandone dei pezzi per far sapere ai lettori quanto li avessero apprezzati.
Sempre nei ringraziamenti, accenni a una specie di asta per dare il nome ai personaggi…
Insieme a molti altri autori,ho preso parte a un’asta di beneficenza nella quale le persone facevano offerte per dare il loro nome a un personaggio. Abbiamo raccolto molti soldi e alla fine il vincitore è finito nel mio libro, È stato divertente ed è anche molto bello poter contribuire a una causa in un modo così creativo.
A cosa credi sia dovuto il grande successo dei gialli e dei thriller psicologici?
Il crime continua a essere uno dei generi che vende di più, e credo ciò sia dovuto al fatto che è un tema universale; è qualcosa che tutti conosciamo. La maggior parte di noi occidentali ha la fortuna di vivere in ambienti abbastanza sicuri, dove le cose davvero tremende accadono raramente.
Leggere crime e thriller ci dà la possibilità di immergerci in un mondo pauroso che sparirà non appena chiuderemo il libro.
C’è un tema che non affronterai mai?
Non mi piace leggere di violenze e abusi sui bambini, quindi è altamente improbabile che io ne parli in un mio libro. Scrivere un romanzo equivale a passare molti anni con quella storia e con i suoi personaggi ( un anno di scrittura e poi il tempo della promozione), quindi deve essere qualcosa che non mi disturba.
Milanonera ringrazia Clare Mackintosh per la disponibilitÃ
L’appuntamento con  Clare Mackintosh e So tutto di te
è a Suzzara (Mn) al Festival Nebbiagialla
venerdì 2 febbraio ore 21
Tutte le info al link NebbiagiallaÂ