Stirpe selvaggia



Eraldo Baldini
Stirpe selvaggia
Einaudi
Compralo su Compralo su Amazon

Questo è un libro bellissimo, da leggere assolutamente e tutto d’un fiato
Perdonate l’apertura naif, ma a volte le cose vanno dette in modo semplice e diretto.
Stirpe selvaggia di Eraldo Baldini (Einaudi, Stile libero) è una splendida cavalcata nei boschi dell’appennino romagnolo e come tutte le cavalcate ha bisogno di un protagonista. Nel romanzo di Baldini — epico e avventuroso, come lo ha definito qualcuno — a rivestire questi panni è Amerigo, un ragazzo non comune fin dalla sua nascita. Sua madre lo ha infatti concepito in America e suo padre altri non è che il famoso Buffalo Bill. Amerigo è insomma il frutto dell’avventura di una notte, e la “stirpe selvaggia” il ragazzo ce l’ha nel sangue. E’ per questo che imparerà a maneggiare “il coltello ancora prima del cucchiaio” e che la gente comincerà a chiamarlo Bill, proprio in onore al padre. Lo vedremo così crescere sotto i nostri occhi, lui, il suo amico Mariano (questo libro è la storia di un’amicizia), e Rachele, quella che diventerà l’amore di una vita.
San Sebastiano in Alpe, è qui che si svolgerà la vicenda e qui conosceremo, con un abile gioco narrativo circolare, tutti i personaggi che entreranno in scena durante la narrazione. Quando poi non lontano da queste parti arriverà Buffalo Bill — lui e la sua troupe di cowboy e indiani fecero veramente due tournée in Italia: nel 1890 e poi nel 1906, quella narrata nel romanzo — la madre cercherà di presentargli suo figlio. Il cacciatore americano però si rifiuterà di incontrarlo e da quel momento Amerigo deciderà da quale parte schierarsi. Insieme al suo amico fraterno Mariano diventeranno degli “indiani”, la stirpe selvaggia, ed è così che vivrà tutta la sua vita.
La narrazione procede senza cali di tensione e bellissimo è il rapporto uomo/natura che Baldini delinea in modo magistrale — se è per questo andatevi a rileggere qualche passaggio di Mal’aria. Pensiamo, per esempio al legame molto stretto tra Alma, la madre di Rachele, e il cerro davanti alla porta della sua abitazione e alla cui ombra la donna compie le attività stagionali dell’agricoltura. Oppure i tuoni della “balza”, che annunciano sempre gravi sciagure, o l’aurora boreale rara a quelle latitudini. Questo rapporto diventa parte fondamentale della storia di Stirpe selvaggia, fino a sfociare in una sorta di panteismo in cui la natura la fa da padrona. Amerigo/Bill crescerà e farà le sue esperienze in un ambiente del genere con accanto il nonno e la madre. E per tutta la vita rimarrà sempre amico con Mariano anche quando le vicende personali e poi la storia del “ventennio nero” sembreranno allontanarli.

Marco minicangeli

Marco Minicangeli

Potrebbero interessarti anche...