Strani eroi



Alessandro Bongiorni
Strani eroi
Frassinelli
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Il 16 marzo 1978 è uno di quei giorni che restano indelebili nella memoria della gente, una data in cui tutti si ricordano dove fossero e cosa stessero facendo nel momento in cui appresero la notizia. Il rapimento di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e la contemporanea uccisione dei cinque uomini della scorta da parte delle Brigate Rosse segnano, infatti, uno spartiacque nella storia dell’Italia repubblicana.
Strani eroi, romanzo del giovane Alessandro Bongiorni, racconta i lunghi, drammatici cinquantacinque giorni del sequestro, mescolando fatti e figure reali con quelli di fantasia. Tre sono i protagonisti di cui si serve l’autore per narrare la vicenda.  Antonio Ruiu, colonnello dei Carabinieri molto vicino a Cossiga, è un uomo rude, dai metodi spicci e una propensione, poco celata, alla violenza. Cinzia Fontana è una donna bellissima, protetta da una figura potente che si serve di lei e del suo fascino per ottenere informazioni compromettenti da usare come fonte di ricatto. Carlo Peres è un giornalista che lavora presso la redazione milanese de l’Unità, dove fa coppia con Mauro Brutto. I tre protagonisti hanno in comune la mancanza di scrupoli, che li porterà a incrociare le loro esistenze in quel periodo terribile; nascondono, inoltre, dei segreti che ci vengono rivelati durante lo svolgimento del romanzo. La narrazione si alterna con alcuni dei famigerati comunicati rilasciati dai terroristi durante il sequestro.  Non manca il racconto, davvero realistico, delle riunioni tenute dal Comitato di crisi, istituito per l’occorrenza e composto da politici e militari, molti dei quali dalla moralità non proprio limpida. Strani eroi non finisce il 9 maggio con il ritrovamento del cadavere dell’onorevole Moro. Da lì, anzi, prosegue un’altra storia che ha inizio il 18 marzo dello stesso anno, con l’assassinio di due ragazzi milanesi vicino al noto centro sociale Leoncavallo. Come si lega quest’avvenimento con il cosiddetto caso Moro?
Pur non essendo ancora nato all’epoca dei fatti, Bongiorni ha deciso di raccontare una vicenda la cui eco è paragonabile, con le giuste proporzioni, agli attentati dell’11 settembre 2001. Lo fa con dovizia di particolari e, allo stesso tempo, con un ritmo narrativo incalzante, in modo da non far diventare il romanzo una mera successione cronologica degli eventi. Il tutto a conferma del talento dell’autore, già espresso nelle due opere precedenti che vedono protagonista il vice commissario Carrera.

Massimo Ricciuti

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