Un finale perfetto



John Katzenbach
Un finale perfetto
Fazi
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John Katzenbach confeziona “Un finale perfetto” ispirandosi alla fiaba di Cappuccetto Rosso che un serial killer (“… aveva tenuto un album rilegato in pelle pieno dei ritagli di giornale riguardanti i quattro omicidi che aveva commesso. Quattro libri. Quattro omicidi”) – immedesimandosi nel Grosso Lupo Cattivo – traspone nella propria delirante vita.

Nella riedizione psico-thriller della fiaba, i personaggi subiscono consistenti mutazioni quali-quantitative: il Lupo (… uno scrittore di gialli) concepisce infatti un folle progetto indirizzando le sue intenzioni fameliche non su uno, non su due, bensì su addirittura tre “Cappuccetto Rosso”: la geriatra Karen Jayson, la maestra Sarah Locksley, la studentessa Jordan Ellis. Donne sole, in evidente stato di difficoltà personale, accomunate da una chioma fulva che nel colore richiama vistosamente l’abito fiammeggiante che ha reso celebre la bambina più ingenuamente sprovveduta della tradizione favolistica europea.
Cosa accomuna le tre donne, bersaglio dei fauvistici appetiti del Grosso Lupo Cattivo?
Quale ruolo reciterà la moglie della belva quando – proprio come la moglie di Barbablù, ma questa è un’altra storia! – accederà con la chiave proibita (“Una quarta chiave. Quella dello studio di suo marito”) ai segreti dello sciagurato consorte?
Qual è il piano offensivo (“Le Tre Rosse non avrebbero soddisfatto soltanto tutti i suoi sofisticati istinti omicidi, ma gli avrebbero portato anche un mucchio di denaro”) che il Lupo ha riservato alle tre malcapitate?
Quali sono le reazioni effettive delle sventurate (“D’un tratto si sentì ribelle, aggressiva”) e quelle percepite dal loro persecutore (“Rossa Uno sarà arrabbiata. Rossa Due sarà confusa. Rossa Tre sarà spaventata”)?
Qual è la strategia difensiva delle tre vittime designate?
Riusciranno i tre potenziali bocconcini a convertire a proprio vantaggio un finale scritto dai mitici fratelli Grimm a suon di “orecchie lunghe – denti aguzzi – bocca grande”?
Le tre Cappuccetto vengono informate del loro destino di morte con lettere minatorie (“La terza lettera la sorprese”), vengono terrorizzate da tre video pubblicati su Youtube e da telefonate mute (“Nessuna di loro udì niente, a parte un respiro per i primi secondi”), poi si cercano (“Doveva trovare un modo per contattare le altre due Rosse”), si alleano, si sostengono e concepiscono la più psicologica delle vendette (“Se lui può braccarci, perché noi non possiamo fare lo stesso con lui?”), attraversando pagine nelle quali vengono intimidite e atterrite con appostamenti e inseguimenti.
L’idea di fondo è sicuramente interessante (“Le interpretazioni psicologiche della storia di Cappuccetto Rosso”), il romanzo ha il pregio di risparmiarci scene truculente e insanguinate, anche se l’opera soffre nell’indugiare talvolta in modo esasperante nell’evidente desiderio di pompar tensione… per mangiarti meglio, lettore mio!

 

Bruno Elpis

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