Un regalo da Tiffany

La vita è un tornello. Un dedalo di porte girevoli. Un incrocio nell’ora di punta. Uno sliding door o un twist che non si balla. Oppure, più semplicemente, è un semaforo che improvvisamente scatta sul rosso provocando un incidente. E ci sono due sacchetti, entrambi contenenti la leggendaria scatolina azzurra che emoziona ogni donna che la riceve, dai contenuti ben diversi. Mettere la parola Tiffany nel titolo è come posizionare un vasetto da cinque chili di Nutella sul tavolo in un giorno di pioggia. Non si può ignorare né simulare indifferenza. Si acquista e si gusta fino all’ultima pagina, leccandosi le dita, perchè, come dice una pubblicità chi non lo fa gode solo a metà. L’ho letto appena uscito, acquistato in aeroporto prima di una fuga da Milano. Mi ha fatto compagnia per tre giorni sotto l’ombrellone. Nel segno della serendipità dove è chiaro dalla prima riga che ci sarà un happy ending, peraltro facilmente intuibile dalla seconda pagina. Nel segno di una campagna aggressiva promossa da Newton Compton che, già dalla dominante cromatica di quel turchese esperanto sinonimo di Tiffany, avvolge le lettrici portandole sulla Quinta Strada. Gli stilemi di un chick lit scritto bene ci sono tutti: il destino che prende a schiaffi la vita mescolando le carte in modo imprevisto, due amori paralleli che si incroceranno per scambiarsi lungo la strada. Perché se è il pensiero quello che conta un diamante è per sempre. E lo è solo al dito della persona giusta.

Bea Buozzi

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