Veronica Todaro di Todaro Editore

Intervistiamo oggi Veronica Todaro dell’omonima casa editrice.

Chi è secondo te il lettore tipo di noir e gialli in Italia? Ha un profilo particolare?

Non credo che ci sia un profilo particolare per un lettore di noir/giallo. Sono convinta che non tutti i lettori amino il giallo, ma molti dei lettori di gialli siano forti lettori anche di altri generi.

Il libro che ti piacerebbe aver pubblicato, quello che ti sei pentito di aver pubblicato, e quello che hai pubblicato e che ha venduto di più.

Sono moltissimi i libri che mi piacerebbe aver pubblicato, e per motivi diversi: dalla qualità del libro e dell’autore a ragioni biecamente commerciali. Tra i libri che abbiamo pubblicato nella nostra collana di gialli Impronte (curata da Tecla Dozio), non ce ne è uno di cui sia pentita. Tra i titoli delle altre nostre collane, ce ne sono un paio: progetti che sembravano interessanti non sono poi stati realizzati esattamente come mi aspettavo ma a quel punto avevamo preso degli impegni con gli autori e comunque il prodotto finale era di qualità sufficiente. Difficilmente può capitare con dei romanzi, visto che si decide la pubblicazione dopo la lettura del prodotto.

Tra i nostri libri 2 sono quelli che hanno venduto di più in assoluto: Lugano, un libro con fotografie di Gianluca Bucci sulla bella cittadina svizzera e Manuale semiserio del Perfetto motociclista e delle sua sventurata compagna di Ferdinando Restelli. Tra i gialli i nostri best seller sono Storia sociale del giallo di Carlo Oliva, Nero Balsamico di Roberto Valentini, e una raccolta di racconti di Danila Comastri Montanari (con apparato gastronomico di Rita Boini) Ricette per un delitto.

Chi è il pubblico che va ad assistere alle presentazioni letterarie (a parte gli scrittori in cerca di editore e gli amici intimi dell’autore)?

Il pubblico che partecipa alle presentazioni solitamente è interessato a conoscere meglio l’autore. Questo è particolarmente vero per le presentazioni dei gialli, dove difficilmente ci si può dilungare, per ovvi motivi, a parlare del libro e quindi spesso si toccano altri argomenti: la letteratura, il giallo, la società d’oggi… fino ai gusti gastronomici dello scrittore in questione. Così si può arrivare a conoscere meglio il proprio autore preferito, la star del momento o un giovane esordiente. In alcune delle presentazioni meglio riuscite alle quali ho partecipato, come editore o come spettatore, non si è parlato del libro per più di 15 minuti!

Meglio duecento persone ad una presentazione di un vostro libro o un articolo di una pagina nella sezione cultura di un grande quotidiano nazionale?

Non posso averle tutte e due?

E’ vero che in Italia ci sono più scrittori che lettori? Che percentuale leggete dei manoscritti che vi arrivano in casa editrice e quanti poi ne pubblicate?

La Todaro Editore in realtà è una casa editrice della Svizzera Italiana, ma il discorso non cambia molto: per essere editori oggi ci vuole una buona dose di vocazione, incoscienza quanto basta e, se si lavora bene, se si resiste sulla lunga distanza e se si ha un pizzico di fortuna, anche business. Questo vale in particolare per i piccoli editori.

In Italia ci sono troppi aspiranti scrittori in rapporto a un esiguo numero di lettori (non contano quelli che leggono solo 3/4 best seller all’anno). Ultimamente ci arrivano oltre un centinaio di manoscritti all’anno e vengono esaminati tutti (magari i tempi di lettura sono un po’ lunghi, ma siamo una piccola realtà editoriale). Naturalmente non tutti vengono letti fino all’ultima pagina, a volte è evidente che la pubblicazione è impossibile. Ma almeno il 50-60% vengono finiti. Noi ne pubblichiamo 6/8 l’anno e ci sono periodi, come questo, dove abbiamo problemi a trovare romanzi da pubblicare. D’altro canto ritengo che un editore abbia il dovere di effettuare una selezione piuttosto severa: se il lettore si fida della qualità di quello che pubblichi, continuerà a comprare i libri della tua collana. Non c’è cosa peggiore che prendere in giro il lettore, al secondo o terzo errore lo perdi e, si sa, i lettori sono il patrimonio (assieme agli autori) di un editore.

Un buon consiglio per gli scrittori già pubblicati ed uno per gli esordienti.

Per gli scrittori che hanno già pubblicato ma sono agli inizi posso solo dire che non devono deprimersi se il loro libro non va in testa alle classifiche! Pochi sono quelli che fanno centro al primo tentativo. Ma se amano scrivere e pensano di saperlo fare bene devono tener duro, non arrendersi anche se i risultati non sono proprio confortanti. Col tempo potranno costruirsi un pubblico affezionato che li seguirà, ma ci vuole pazienza e costanza. E poi si suppone che lo scrivere sia di per sé un piacere, indipendentemente dai dati di vendita (l’incubo degli editori semmai!). A chi non ha ancora pubblicato due consigli pratici: non spedite il romanzo la mattina dopo averlo finito! Tenetelo lì qualche settimana, fatelo decantare, poi rileggetelo, correggetelo e quindi speditelo; niente è più irritante che dover leggere un manoscritto pieno di errori di battitura o grammaticali. Inoltre scegliete con cura l’editore o gli editori a cui inviarlo: a noi arrivano testi di religione, poesia, diritto penale, trattati di musica dodecafonica… e non c’è nulla nel nostro catalogo che faccia presagire un interesse per questi argomenti!

paolo franchini

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