Vite rubate – Leonardo Gori e Marco Vichi



Leonardo Gori eMarco Vichi
Vite rubate
Guanda
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Marek è un giovane disoccupato che, benché abbia studiato e possa contare su un diploma, nella vita  fino a ora  ha dovuto arrangiarsi a fare un po’ di tutto: il camionista, l’idraulico, il giardiniere, il manovale, pur di mettersi in tasca una misera paga con la quale mangiare a stento lui e sua madre. Lei, vedova, per crescerlo e farlo studiare ha fatto persino due mestieri … Ma poi in città e nel paese tutto sono arrivati anni duri, difficili, di fame e Marek  non riesce più a trovare lavoro. 
Poi, un giorno, si affaccia la speranza ,quella chimera che sembra poter  cambiare tutto.
Quando il ragazzo  legge l’annuncio sul giornale che promette l’assunzione di braccianti per raccogliere pomodori nel sud d’Italia, si fa prestare i soldi per il viaggio in autobus e parte inseguendo il sogno,  l’illusione di un guadagno.
Non sa bene cosa troverà, ma la sua è una condizione di necessità che forza tanti giovani e meno giovani, a raggiungere l’Italia del sud  (con la spietata senseria di “agenzie” gestite da connazionali senza scrupoli ) per guadagnare  la sopravvivenza dei propri cari, sapendo con certezza di dover lavorare duramente ma per un periodo che credono  breve  e temporaneo. Resi più manovrabili e avviati all’inferno da quella previsione.
Aleya, dopo la morte dei genitori, non ha mai potuto avere qualcosa di suo, un dono,  una scelta , una desiderio. Anche in famiglia, fin da bambina verrà trattata senza pietà  come una schiava sessuale da bistrattare, una proprietà da vendere.  Nel suo paese, in Nigeria  considererà sempre la sua eccezionale, provocante  bellezza alla stregua di  una condanna e il suo corpo è uno strumento di piacere per gli uomini.  Ma le sue disgrazie non sono finite perché il suo destino sarà di trasformarsi anche in un mero investimento commerciale per coloro che la sequestreranno per spedirla a destinazione, in balia delle onde fino a sbarcare  sulle coste italiane. Una  vita solo disperata, avviata a un orribile calvario finché  un giorno, all’improvviso, incrociandosi con quello fino ad allora  sopportato da  Marek, scatterà un qualcosa di straordinario che riuscirà a far intraveder loro la luce di un miraggio .
Due vite spezzate da un tragico passato ma destinate a incrociarsi e a compenetrarsi.  
Da quel momento, l’iniziale scintilla scaturita immediatamente tra loro si trasformerà in una fiamma e  i due  ragazzi saranno disposti a ogni sacrificio pur di non farla più  spegnere, restando uniti e vivendo sempre insieme.
Un romanzo “Vite rubate” Marco Vichi e Leonardo Gori che,  senza una precisa connotazione temporale,  sceglie  di cambiare orizzonte e contrapporre alle ombre lunghe dell’immigrazione in Italia la grande e meravigliosa storia d’amore tra Marek e Aleya. Una storia d’amore che può e deve diventare una forma di riscatto, un’àncora a cui aggrapparsi per fronteggiare le prevaricazione e le mostruose sopraffazioni  subite nella loro  vita.
Due sorti tragiche destinate però a incrociarsi e a far nascere un intenso amore. Un barlume di speranza da salvaguardare ad ogni costo, unico faro in una coltre di violenza e soprusi.
Sono questi  i principali punti di riferimento di Vite rubate (Guanda), un romanzo scritto a quattro mani, che riprende gli elementi del genere noir che caratterizzano  e hanno reso  celebri  le penne di  Marco Vichi e Leonardo Gori, autori delle storie del  commissario Bordelli e del ciclo di romanzi di Bruno Arcieri.
Una trama coinvolgente dal ritmo serrato, che racconta la storia di un amore vero e intenso, e di un difficile riscatto.  Un libro che si immerge e prova a scandagliare  la disperazione e tutti gli infiniti buchi neri dell’Italia dell’immigrazione, attanagliata tra sfruttamento, brutalità e miseria, tuttora pane quotidiano  in tante zone dell’Italia del sud.



Patrizia Debicke

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