WW (DiRottamenti) – Di pari amore

“Negli anni Cinquanta si poteva ancora venir licenziati perché si era omosessuali, o perdere il contratto d’affitto, gli amici eterosessuali, la famiglia – persino in una grande città come Manhattan, si era più sicuri nella clandestinità… c’era la paura che Pat mi afferrasse la mano in un negozio, o per strada, e portasse la gente a fissarci o a ridere…”: ci sono diversi motivi per cui vi suggerisco di leggere quest’interessante volumetto pubblicato da Sellerio, Highsmith, Una storia d’amore degli anni Cinquanta.

Il primo: è stato scritto da Marijane Meaker che, sotto vari pseudonimi, ha pubblicato oltre 40 libri per ragazzi ed è considerata, nel genere, un maestro del Novecento.

Qui però la scrittrice parla di se stessa e della sua storia d’amore con la grande scrittrice noir Patricia Highsmith, dal 1959 al 1961. La Highsmith era un tipo eccentrico, con difetti eclatanti: beveva e fumava come uno scaricatore di porto e odiava gli ebrei, dei quali parlava in modo ossessivo. Soprattutto nel descrivere in loro reincontro, molti anni dopo, la Meaker ne fa un ritratto spietato ed efficacissimo.

E a noi rimane un dubbio: come poteva una donna che subiva dolorosamente la discriminazione sessuale (e che si lamentava dell’impossibilità di essere se stessa e poter scrivere di sé) diventare così ferocemente razzista?

Perdonatemi la pubblicità: parleremo di donne e razzismo con una serie di esperti al Festivalstoria di Savigliano e Saluzzo, giovedì 11 ottobre. Donne a parte ve lo consiglio (dura fino al 14 ottobre) perché è intitolato Di che razza sei? Un mito pericoloso, ed affronta argomenti ineludibili.

Poco dopo, sempre da quelle parti, a Torino, il Centro Congressi del Lingotto ospita, dal 22 al 24 ottobre, Melting Box, Fiera delle Pari opportunità per tutti: origine etnica, religione e convinzioni personali, orientamento sessuale, disabilità, età, genere.

Non so chi ha stabilito l’ordine, le donne sono finite in ultima fila, ma va bene così: sono persuasa che la battaglia per i pari diritti delle donne sia una battaglia per tutti. E che quindi vada condotta con tutti coloro che sono effettivamente discriminati (ci sono anche mullah e preti che protestano perché non li si lascierebbe seminare intolleranza…).

valeria palumbo

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