WW (DiRottamenti) – L’impotenza dei protagonisti

Ci sono due motivi per cui, pur non parlando indirettamente di donne, vi suggerisco di andare a vedere il Boris Godunov messo in scena dal gruppo catalano Fura dels Baus. Il primo è che il dramma di Alexandr Pushkin (1831), che pure merita una rilettura, occupa solo una piccola parte della messa in scena: in realtà gli spettatori, ai quali non viene torto un capello (al contrario di quanto scritto da alcuni recensori che evidentemente non hanno visto lo spettacolo), rivivono la tragedia del sequestro del teatro Dubrovka di Mosca, tra il 23 e il 26 ottobre 2002, da parte di un gruppo di terroristi ceceni.

I circa 40 assalitori (ma gli ostaggi parlarono di 54), un gran numero dei quali donne, chiedevano il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia: presero in ostaggio 850 persone. A spingere le autorità russe a intervenire, la mattina del 26 ottobre, fu la decisione dei terroristi di cominciare a sparare sugli ostaggi: fino a quel momento i pochi morti erano stati quasi accidentali. A quel punto si scatenò la tragedia: non soltanto i russi pomparono nei condotti del teatro un gas asfissiante che uccise quasi 200 persone, ma pasticciarono nei soccorsi, aumentando il numero dei morti e soprattutto, com’è ormai loro prassi, insabbiarono le indagini.

A sette anni di distanza la Dubrovka resta un mistero. Però il gruppo teatrale non arriva alla catastrofe finale: esanima piuttosto il paradosso che gli ostaggi si siano trasformati da pubblico a protagonisti di una tragedia. E in effetti, per quanto il gioco del teatro sia chiaro, la forza della recitazione e gli effetti tecnologici permettono di calarsi davvero nei panni delle vittime e sperimentarne il senso di impotenza.

Altro che vedere il sangue in tv: per quanto finto, un mitra spianato contro di voi, vi costringerà a riflettere su molte cose. Lo spettacolo è allo Smeraldo di Milano (fino al 7 marzo), poi a Torino (dal 10 al 15 marzo), a Ferrara (20 e 21 marzo) e a Pordenone (24 e 25 marzo). Il secondo motivo per cui vi suggerisco di vederlo è proprio il dramma di Pushkin: uno dei personaggi, Margherita, amante del falso zar redivivo, Dimitri, è il prototipo della donna rampante.

E curiosamente alcune sue battute sono pronunciate, nello spettacolo del Fura dels Baus, da una “terrorista”: il discorso sul potere e dell’atteggiamento delle donne verso di esso è più aperto che mai.

valeria palumbo

Potrebbero interessarti anche...