Patrick Fogli

Inizamo con Patrick Fogli una nuova rubrica dedicata agli scrittori esordienti. Patrick ha avuto un successo folgorante con il suo romanzo “Lentamente prima di morire“. Tra l’altro, visto che si apre fra pochi giorni il NoirFest, segnalo che Patrick è fra i finalisti del prestigioso premio Scerbanenco.

Con quale alchimia hai convito il tuo editore a pubblicare un esordiente?
Non so se un romanzo si possa definire un’alchimia.
Di fatto è stato quello che li ha convinti. Hanno letto “Lentamente prima di morire” e gli è piaciuto.
Forse non è una cosa troppo consueta nel mondo editoriale italiano (ultimamente, però, meno di quanto si pensi), ma è andata esattamente così.

Consiglieresti a chi scrive di seguire un corso di scrittura creativa? perché?
Qui bisogna intendersi bene. E sapere dall’inizio cosa ci si aspetta da un corso di scrittura.
Non credo che si diventi scrittori facendo un corso di scrittura.
Per scrivere un romanzo ci vogliono molte cose. Creatività, oltre che buona scrittore. Strumenti di narrazione, oltre che capacità di tenere in piedi una storia dopo averla creata. Autocritica, anche, perchè comunque bisogna essere in grado di tagliare se stessi. O di rendersi conto di quando è necessario farlo.
Alcune di queste cose si possono insegnare, altre no.
Diciamo che un corso di scrittura è utile se possiedi alcune di queste doti e vuoi imparare a “maneggiarle”.
Oppure – dato che comunque la scrittura è comunicazione, a tutti i livelli – se vuoi migliorare il tuo modo di comunicare. Non penso che si possa dare la patente di scrittore. Penso che si possono insegnare i metodi, questo sì.

Autore preferito (perchè?)
Bella domanda. E risposta complicata da dare.
Perché probabilmente qualche anno fa ti avrei fatto dei nomi diversi e fra qualche anno te ne farò di altri ancora.
Improvvisando potrei dirti qualche nome. Jean Claude Izzo e Michael Cunningham , per esempio. Mi piace la malinconia di quello che scrivono. L’autenticità e la sincerità dei personaggi. Il ritmo e la musicalità delle parole.
Salman Rushdie è un creatore di mondi, di personaggi, di parole, di storie fantastiche eppure incollate al reale, anche quando non lo sembrano.
Roth, per la durezza e la precisione con cui descrive il mondo contemporaneo.
Fra gli scrittori italiani sono piaciuti moltissimo gli ultimi romanzi di Simona Vinci e di Eraldo Baldini.

La più bella soddisfazione avuta come scrittore?
Essendo non solo scrittore, ma anche esordiente, te ne racconto due.
Aver visto il romanzo in libreria e la reazione che ha avuto chi l’ha letto.
E l’invito al Festival di Mantova, la partecipazione di pubblico all’evento e il calore della gente alla fine della chiacchierata.

Gli italiani, oltre che poeti e navigatori, sono tutti scrittori. Non sarebbe meglio che leggessero di più e scrivessero di meno?
Non so se sarebbe meglio che scrivessero di meno. Sicuramente se leggessimo di più sarebbe una gran cosa. Servirebbe probabilmente anche ad alzare il livello di quello che si scrive.

Quando trovi il tempo per scrivere e cosa fai nella vita per vivere?
Non è che lo trovo. è che mi costringo a trovarlo. Di solito di notte, dato che durante il giorno faccio l’ingegnere informatico.

Si può vivere di sola scrittura oggi? Pensi che ci riuscirai un giorno?
Vivere si può vivere di tutto, credo. Dipende da quali sono le tue necessità (economiche in larga parte).
Per vivere di scrittura in Italia bisogna fare davvero molte cose e non tutte direttamente attinenti alla scrittura. Oppure vendere moltissimo. Ho la fortuna di avere un lavoro “normale” che mi piace molto e per il momento va bene così.

Che opinione hai degli agenti letterari? Ne hai uno?
Non ho un’opinione degli agenti letterari. Ho un’opinione della mia, dato che è quella che conosco bene.
E sono molto contento del rapporto che abbiamo e del lavoro che facciamo insieme.

Favorevole o contrario ai premi letterari? Hai mai partecipato?
Favorevole a tutto quello che serve a far parlare di libri e di scrittura.
Tranne quando si parla di eventi negativi, come succede in questi giorni per la vicenda di Saviano.
Ho partecipato a premi sia come esordiente che come scrittore. Senza successo in entrambi i casi.

Per cosa faresti carte false (editorialmente parlando)?
Per riuscire a pubblicare sempre e nel migliore dei modi le storie che ho voglia di scrivere.
E per fare in modo che la gente che le legge le ami come ho fatto io scrivendole.
(paolo roversi)

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