Gino Vignali torna in libreria da solista con un nuovo giallo, “Ci vuole orecchio” (chiaro omaggio a Jannacci e alla canzone scritta insieme una quarantina d’anni fa), ambientato ancora una volta a Rimini. Dato che “squadra che vince, non si cambia” Vignali, oltre a mantenere inalterata la location, riporta anche in scena i protagonisti dell’ottimo “La chiave di tutto”. In questo secondo capitolo dei quattro previsti, ritroviamo pertanto Costanza Confalonieri Bonnet, vice questore milanese, a capo della Squadra mobile di Rimini con domicilio in una suite del Grand Hotel e l’irresistibile gruppo che la affianca e supporta nelle indagini. L’ispettore e latinista Orlando “Seneca” Appicciafuoco, il vice sovrintendente Emerson Leichen Palmer Balducci (romagnolo doc ), e l’agente nerd Cecilia Cortellesi (“più bella sotto che sopra” al contrario di Bergamo, sua città d’origine). In questa nuova storia, con una Rimini primaverile sullo sfondo che sta iniziando a rifarsi il trucco per la stagione balneare, Costanza deve districarsi fra due indagini da portare avanti in parallelo. Scoprire a chi appartengono i resti di una donna trovata dentro un trolley gettato in mare e trovare l’assassino di una ricca ereditiera solitaria e depressa che potrebbe essere stata plagiata da una strana Fondazione con i contorni della setta. Vignali si conferma bravo nel costruire trame gialle efficaci e nel creare personaggi non solo funzionali all’intreccio narrativo, ma soprattutto credibili. Perché se la parte investigativa rende avvincente la lettura, c’è poi l’umanità dei protagonisti e l’incursione nelle loro vicende private a renderla godibile e divertente. Il tutto arricchito e impreziosito dall’atmosfera felliniana che si respira per tutta la durata del libro. Nel primo romanzo con i riferimenti ad Amarcord e in questo nuovo lavoro con quelli legati all’universo circense tanto caro al maestro riminese.
Ci vuole orecchio
Ferdinando Pastori