A proposito di Ute



piero soria
A proposito di Ute
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Partendo dai presupposti più classici di un giallo tradizionale, un commissario di polizia colpito alla nuca da un proiettile e trovato in fin di vita alla vigilia di Natale su un barcone in secca ai Murazzi, lungofiume torinese, infestato dal popolo oscuro che tratta qualunque droga, Lupo, commissario anche lui e protagonista prediletto di Piero Soria, si accolla il compito di tentare di scoprire il perché di quella bestiale aggressione.

Il ricovero del ferito, ormai in coma, un’operazione tentata in extremis…potrà salvarsi?
I colleghi sbalestrati, richiamati in servizio dalle ferie, che indagano o tentano di indagare sul poliziotto Modica uomo chiuso, poco simpatico appena tollerato dai compagni di lavoro…
Ma forse proprio questo suo distacco, che li fa ignari di ogni cosa o particolare della sua vita, si trasformerà nella molla che innescherà in loro la spinta, la voglia di sapere, capire.
La matassa intricata si dirama, affabulandosi in un susseguirsi di presepi che si incastrano tra loro come suggestive scatole cinesi.
La sera stessa, il 24 dicembre, Lupo affronterà i misteri della rievocazione del primo, nell’incredibile scenario di un ex casino redento dove il personaggio della madonna era bifronte: Viola, un’ ex tenutaria e Ute una povera bambina malata, il Gesù Bambino sembrava benedetto da grande ricchezza futura e il San Giuseppe uno svizzero dal cuore tenero e l’anima calvinista.

Emerge solo una traccia: Modica cercava qualcosa in un paese delle langhe Santo Stefano Balbo e un nome: Karl de GroBe.
Si deve cominciare da là? Lupo, sfidando la tormenta, parte per Santo Stefano e con l’aiuto di Greta la moglie tedesca, con la quale condivide la calda complicità di un rapporto affettuoso, si cala in una antica fiaba natalizia nordica che regala loro la memoria di un secondo presepe, animato da due bambini e da un soldato ferito delle SS nel lontano dicembre del 1943.
Scopriranno un affresco contadino dove la cruda grettezza si scontra con l’amore e che affonda le sue radici nella II guerra mondiale. Scoperta che li sprona a intraprendere un lungo viaggio attraverso l’Europa sotto la neve e in festa per il Natale, risalendo la Germania fino ad Aachen.

Ad Aachen, Acquisgrana, l’antica città capitale dell’imperatore Carlo Magno, piomberanno nell’atmosfera travestita da terzo incredibile presepe infarcito di bambole che porterà alla luce una storia inquietante, costellata di delitti, dove niente è veramente ciò che pare e dove l’unica cosa certa è che Modica, il commissario antipatico, il bambin Gesù del primo presepio è diventato il fulcro attorno al quel ruota una antica saga tribale, trasformandosi in bersaglio. Ma di chi?
Il passato che ritorna narra solo nomi di morti o quasi… Ma non tutti sono morti. Per proteggerlo bisogna contare i vivi.
Con il suo stile netto, sobrio, incalzante, Soria dipana abilmente l’intreccio conducendolo a una conclusione inattesa in un Capodanno incredibile, con Lupo che porta l’intera prefettura torinese alla scoperta del mistero e a intercettare la mano assassina.

patrizia debicke

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