Quarto thriller tradotto in Italia (i primi due pubblicati da Piemme, gli altri da La Nave di Teseo) di Bernard Minier, “ Notte” conferma – se mai ce ne fosse stato il bisogno – tutto il talento dello scrittore francese, oggi conosciuto anche per la serie “Glacé (non perdetevela!) tratta dai suoi romanzi e in onda sulla piattaforma di Netflix (dove, già che ci siamo, trovate anche “La Mante”, altra ottima produzione transalpina). Protagonisti della “Notte”, ancora una volta, il comandante della polizia di Tolosa Martin Servaz e il serial killer, Julian Hirtmann. Uniti dalla passione per le sinfonie del compositore Mahler, in quest’ultimo romanzo i due – l’uno insegue l’altro da sempre –sono legati anche da un bambino, Gustav, e da una seducente ispettrice della polizia norvegese. Nel corso delle 600 pagine si alternano le fasi dell’indagine a quelle della vita privata dei protagonisti (la figlia di Servaz, come sempre, c’è, ed è un bel personaggio). Come fossero due romanzi in uno: entrambi sopra la media di quanto generalmente si legge. L’atmosfera è cupa, tesa, nera, come nella migliore tradizione francese. L’unica pecca, se di pecca si tratta, potrebbe essere quella di imputare all’autore una certa teatralità. Qualche passaggio – per esempio quando Servaz si trova in ospedale – può sembrare un po’ forzato, e forse lo è. Ma la valutazione complessiva non cambia. Siamo di fronte al miglior talento della scuola transalpina contemporanea, degno erede di Manchette, Daeninckx, Raynal ecc… ecc… Non resta, dunque, che aspettare la traduzione del quinto Minier. A quest’ultimo, che se fosse una canzone suonerebbe come “Turbo” di Cosmo, diamo un bell’8.
Notte
Alessandro Garavaldi