Domino

Lo ammetto: mi sono divertito. Finalmente un film fatto bene dal ritmo incalzante e con una sceneggiatura all’altezza. Se vogliamo proprio trovare un neo (giusto perché bisogna trovarlo altrimenti che critica č) riguarda la trama: parte con una bella idea ma č non proprio originalissima nella risoluzione finale. A parte questo, due ore e cinque minuti di divertimento.
Keira Knightley č bravissima (io me la ricordavo ancora quando tirava calci al pallone in “Sognando Beckham”), perfetta nel ruolo della protagonista, Domino Harvey, soprattuto quando, con aria truce e Rayban neri, sussurra, con una sigaretta all’angolo della bocca e un mitra in mano “Posso fare le cose peggiori senza finire dentro“.
La storia, vera tra l’altro, si puň riassumere in due righe: Domino, figlia di una modella e di un attore, invece di seguire le orme dei genitori, spende la sua vita a cacciare criminali come una vera bounty-killer e si ritrova nel classico mare di guai. Hollywood ci piazza dentro anche un po’ di attualitŕ (Afghanistan) e di buonismo (capirete vedendo il finale) ma tutto sommato l’impianto regge. Soprattuto grazie agli interpreti. Indovinate chi interpreta il capo dei cacciatori di taglie? Lui: Mickey Rourke. Rinato, davvero efficace. Un bounty hunter incazzato al punto giusto, mai sopra le righe. Alla grande. Sottotono ho trovato, invece, Lucy Liu: forse perché qui non picchia e non morde; non so.
Ottima anche la fotografia e la colonna sonora. Davvero. Scaricatela se potete.
Tra le altre cose da segnalare: un cameo di Tom Waits nella parte di una specie di prete pazzo, la presa in giro del popolarissimo Jerry Springer Show (con la complicitŕ dello stesso Jerry), le sfilettate velenose nei riguardi di due dei protagonisti del telefilm Beverly Hills 90210 (quali non ve lo dico) che qui interpretano loro stessi. La scusa per metterli in mezzo? Gli attori famosi, presi come ostaggi, sono una garanzia per non essere ammazzati. Ricordatevelo se vi capita di trovarvi in una situazione difficile.
Accessori obbligatori per tutto il film: occhiali neri e armi a gogo, per tacere delle circa 1400 sigarette fumate in scena. Dopo qualche minuto diventa talmente ossessiva l’immagine di qualcuno con la paglia in mano che, anche a me, che ho smesso da anni, tutto quel tabacco ha fatto venir voglia di accenderne una…
(paolo roversi)

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