Il più crudele dei mesi – Louise Penny



Louise Penny
Il più crudele dei mesi
Einaudi
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A Three Pines, l’idilliaco paesino creato dalla fantasia di Louise Penny, siamo nei giorni che precedono la Pasqua e gli abitanti, per spezzare la monotonia di un freddo inverno e di una primavera che tarda ad arrivare, decidono di fare una seduta spiritica per scacciare i fantasmi che, a loro dire, infestano la vecchia casa degli Hadley, sede di un omicidio e di parecchie sventure.

Le cose però non vanno come ci si aspettava e le ragnatele del male si dimostrano solide a tal punto da provocare una morte, in apparenza per la paura. Molto di più, al contrario, si nasconde dietro a questo, una moltitudine di segreti e soprattutto di passioni, che il commissario Gamache dovrà con pazienza svelare, mentre lui stesso è al centro di una trama che potrebbe distruggere non solo la sua carriera ma la sua stessa famiglia.

Louise Penny non delude mai il lettore e anche questa volta ci trascina all’interno di una storia in cui, come sempre, gli indizi più insignificanti vanno decifrati e decodificati per giungere alla soluzione. Nessuno come la scrittrice canadese sa scandagliare gli abissi più reconditi dell’animo umano, dove ognuno di noi tiene il male ben nascosto e sotto controllo. Gamache sa che però l’assassino è sempre una persona normale, con le passioni, le virtù e le fragilità di chiunque, sino al giorno in cui qualcosa si spezza e quella negatività ben intrappolata negli angoli bui del cuore esce dagli argini, sommergendo la ‘brava’ persona che si era stati fino a quel momento.

 In questo romanzo è soprattutto la tela che si sta tessendo contro Gamache a tenere in continua tensione il lettore, a farlo indignare dinnanzi all’ipocrisia di persone che fingono di essere dalla parte del commissario, a farlo fremere per la sorte dell’amato Armand. Come sempre, il paesaggio del Quebec è un personaggio fondamentale e indispensabile per la storia, con le sue grandinate improvvise e violente che sembrano prolungare all’infinito l’inverno, e l’apparizione, improvvisa e luminosa, della primavera, con l’esplosione di colori e di profumi che inondano l’aria e l’anima dei personaggi.

Il titolo del libro deriva dall’incipit della Terra desolata di T.S. Eliot, in cui l’autore mette a confronto la simbologia primaverile della fertilità della terra con l’aridità della vita moderna. 

Dice Eliot che “Aprile mescola memoria e desideri”: così avviene nell’opera della Penny. Una grande scrittrice non poteva che fare tesoro della lezione di un grande scrittore.

Donatella Brusati

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