Figabook



valeria luzi
Figabook
aliberti
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Sarŕ il titolo che unisce due cult: figa e Facebook. Sarŕ la copertina verde pisello acerbo su cui campeggia un taglio verticale che solo a voler essere benpensanti ricorda un’opera di Lucio Fontana. Sarŕ l’adrenalina che sale mentre lo si sbircia sperando che la nonna novantenne non sia nei paraggi, ma questo esordio č davvero delizioso.

E’ una favola che racconta l’adolescenza di Patatina, vergine vagina parlante che, alla disperata ricerca del pisello azzurro, che la renderŕ donna, si imbatte nei piccoli grandi drammi che tutte le patatine del mondo hanno vissuto.
A partire dai rapporti difficili con i genitori – chi non ha avuto un Papapene geloso e possessivo? – ai quali č difficile raccontarsi, fino a quelli contrastati con le amiche e gli spietati compagni di scuola. In attesa di lui, il pisello della vita, se esiste.

Figabook č una fiaba postmoderna. Il tema trattato non č certo nuovo, non supera né si oppone a molti altri testi, ma lo affronta in modo diverso, dando voce ad una vagina che parla in prima persona.
Sono due le chiavi di lettura: ci si puň divertire, e tanto, immaginando una realtŕ popolata solo da patatine e piselli che comunicano tra loro usando un linguaggio tanto assurdo quanto esilarante, ma si possono ragionevolmente scorgere le tematiche proprie dell’adolescenza, quelle dei primi, insicuri approcci sessuali e quelle universali, legate alla ricerca del grande amore.
Con Figabook, Valeria Luzi ha tracciato per la prima volta, con un linguaggio fresco e vivace, il profilo dell’educazione – e inibizione – sessuale dando voce all’emblema della femminilitŕ.

eva massari

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