In paese stavano gli uomini – Filippo De Matteis



Filippo De Matteis
In paese stavano gli uomini
Elliot
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Indietro non si torna, forse.
Seppur altamente improbabile, è possibile che tutte le molecole di profumo rientrino nel botticino ormai vuoto da cui sono uscite. Una reversibilità molto teorica, a quanto ne so non è mai accaduto un fatto del genere, ma potrebbe accadere…
Questa speranza infinitesimale però non brucia solo nell’anima di chi vorrebbe risparmiare qualche soldo in prodotti di bellezza, ma incenerisce chiunque spera che le cose possano tornare indietro.
Nella cronaca e anche in alcuni romanzi l’omicidio è per sempre. Lo è di sicuro per la vittima e l’assassino, si tratta di un gesto che potrebbe cancellare migliaia di conseguenze già previste o la necessaria svolta per attuare ciò che era stato già deciso dal destino.
Libero arbitrio o predeterminazione?
Non lo sapremo mai sino a quando non potremo tornare indietro e verificare se un gesto era indispensabile per scatenare nuove e imprevedibili condizioni o se l’universo cade a pezzi proprio perché derubato da alcune condizioni.
In paese stavano gli uomini di Filippo De Matteis è un romanzo edito da Elliot che definirei metafisico perché le indagini condotte da Nino e Bruno coinvolgono la realtà e altre dimensioni fondamentali per la tenuta dello spazio e del tempo.
“La sera della vigilia di Natale, mentre infuria un feroce temporale, Nino riceve la visita inaspettata di Bruno. L’amico, che non vede dai tempi della loro adolescenza, è venuto per pregarlo di tornare insieme al paese di Pianadora, sconvolto da sinistre premonizioni. Boati sotterranei, uno strano e onnipresente ronzio e, soprattutto, uccisioni rituali fra i vicoli e nelle case stanno rigettando il borgo nello stesso torbido spavento provocato dalla scomparsa del piccolo Dodo, avvenuta nell’estate del 1970. La chiave del mistero sembra risiedere nel rapporto morboso instauratosi tra gli abitanti di Pianadora e una colonia di Santi minori che abitano il bosco vicino. Toccherà a Nino e Bruno provare a sciogliere una volta per sempre la relazione verminosa fra uomini e Santi, sfidando le antiche credenze del luogo. Mentre tutto sembra sprofondare nella dannazione, gli eventi prendono a poco a poco significato, muovendo verso un finale imprevedibile.”
Non si tratta del solito noir, una vicenda umana troppo umana, ma è l’esempio di una riuscita ibridazione tra generi e un’ottima occasione per riflettere oltre i soliti schemi e ritrovarsi invischiati in riflessioni che sono urgenti e meno noiose di quanto si possa immaginare.

Mirko Giacchetti

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