Libri per ragazzi: Miss Dicembre e il clan di Luna – Antonia Murgo


Antonia Murgo
Miss Dicembre e il Clan di Luna
Bompiani

Apriamo, con l’arrivo di dicembre e l’appropinquarsi di Natale e delle altre feste, un mese di recensioni piuttosto leggere, giocose, frizzanti, pur sempre nell’ambito del nostro genere, con un titolo appropriato. Il libro di Murgo, vincitore del Premio Strega Ragazze/i per esordienti, ha un timbro piuttosto fantastico e avventuroso, con segreti ed enigmi, rivelazioni e sorprese, misteri sempre più profondi e spaventosi: agguati, sequestri, ricatti e voglia di uccidere. E personaggi affascinanti: Dicembre – che richiama la mitica Mary Poppins – è una quindicenne acrobata e funambola assunta da Mr Moonroo per badare al figlio Corvin. In realtà è l’Uomo Nero, il cui lavoro consiste nel far paura ai bambini di notte. Ma di giorno è gentile e buono. 

La prima regola di una bambinaia è non perdere mai di vista il bambino. È una parola, visto che lo scostante e dispettoso undicenne vive nel fuoco e nel fumo, letteralmente, per cui la ragazza deve ricorrere a tutte le sue doti circensi per tenergli dietro. C’è però un mistero: il figlio più grande Ovest cacciato o scappato perché senza i poteri della famiglia, cosicché è il fratellino destinato a ereditare il ruolo di mostro. Finché tre malviventi armati irrompono in casa di notte, catturano Dicembre e Corvin e attendono il rientro dell’Uomo Nero all’alba per ucciderlo, perché così uccideranno la paura, dice il capo Vespero agli scagnozzi Mercoledì ed Ern-est (attenti ai punti cardinali). Anche se Dicembre cerca di spiegare che Mr Moonroo è bravo, non fa male a nessuno, solo un po’ di scene, porte sbattute, ombre, cose così. 

Ora il racconto si instrada sull’avventura rocambolesca, coniugando i moschettieri del re con i pirati della Malesia e i maghetti di Hogwarts: cattivi armati di attizzatoi contro buoni con paletta, pinze e scopino (da camino, non da water) in lotta per impadronirsi di un soffietto magico. La paura rende coraggiosi, dice Dicembre, trovando forse anche un amore (non è il bambino, ovvio). La scrittura è un tripudio scenografico di stoffe, velluti, lane, ricami, gonne, costumi, maschere, giocattoli, pupazzi, crostatine, marmellate, torte, cassetti segreti, stufe e camini ancor più nascosti. 
Da 9 anni 

Fernando Rotondo 

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