Il mistero della scomparsa di John Dampier apre il libro “The End of Her Honeymoon” (1914), Luna di miele da incubo, della scrittrice inglese Marie Belloc Lowndes (1868-1947) che dal 1904 alla morte scrisse moltissimi libri ottenendo un notevole successo. La vocazione alla scrittura era una dote di famiglia: era figlia di un avvocato e di una famosa scrittrice e femminista inglese, Elizabeth Rayner Parkes, il fratello Hilaire fu scrittore molto attivo e il marito era un giornalista del Times.Un pittore inglese piuttosto quotato, John Dampier, giunto con la sua amatissima sposina Nancy in un fascinoso e antico Hôtel parigino proprio per l’ultimo giorno di nozze, scompare misteriosamente, senza lasciare traccia.
L’aria di Parigi nella Belle Epoque, proprio nel periodo in cui è invasa dai milioni di visitatori arrivati per l’Esposizione internazionale del 1900, è un elemento centrale e molto affascinante del romanzo: l’autrice, dalla penna elegante e gentile, come si conveniva a una scrittrice di ottima famiglia come la sua, ci immerge nelle raffinate atmosfere di quel tempo, dall’antico Hôtel particulier trasformato in albergo, proprio quello dove soggiornava Edgar Allan Poe a Parigi.
Il lettore accompagna qua e là i protagonisti nell’infruttuosa ricerca dello scomparso: dalle strade attraversate dalle carrozze ai vicoli illuminati con i lampioni a gas, dal Commissariato di polizia alla Prefettura all’atelier del pittore, fino all’angosciante Morgue, visitata dai turisti per “ammirare” i cadaveri di famosi personaggi, delinquenti e no.
Novità si affacciano all’inizio del nuovo secolo: i portentosi telefono e telegrafo, i famosi e segreti dossier della polizia sui cittadini, il nuovo potere della stampa…
Dopo il primo disorientamento, con l’aiuto di tre viaggiatori americani, il senatore Burton e i suoi due figli prendono a cuore le sorti della giovane sposa, le indagini cominciano serrate, nonostante alcuni personaggi mentano o cerchino di occultare la realtà: perfino il prefetto di Parigi è evasivo e non collabora.Passano i giorni e i mesi e il mistero si infittisce, mentre l’angoscia di Nancy cresce.
“Pauvre petite femme”! Cosa è successo? Nancy forse è un po’ toque? oppure per una querelle d’amoureux il marito l’ha lasciata? Molti i dubbi e le menzogne, nessun indizio. Un vero mistero.
Fino alle ultime pagine la scrittrice abilmente nasconde la verità e la rivela con un colpo di scena che lascerà tutti esterrefatti, ma aprirà finalmente le porte per la tranquillità e l’amore che è sorto tra Nancy e Gerald, il giovane Burton.
La condizione di Nancy, né nubile né sposata né vedova e l’angoscia della perdita sono descritte da Marie Belloc Lowndes con delicatezza e acume, frutto di intuito e di sensibilità, data l’epoca in cui la psicologia muoveva i primi passi: insieme al quadro d’ambiente e di costume, ai divertenti giudizi e pregiudizi e luoghi comuni allora diffusi sulle donne, su americani, inglesi e francesi, questa descrizione delle emozioni dei personaggi è uno dei punti più interessanti del libro.
Nel 1950 il libro, con alcune varianti, ispirò la sceneggiatura del film “So long at the Fair”, interpretato da Dirk Bogarde e Jean Simmons.
La collana Vintage della casa editrice milanese Le Assassine ha il grande merito di portare alla nostra attenzione le donne pioniere e antenate delle scrittrici di gialli odierne: le traduzioni, senza togliere del tutto la polvere del tempo, ci restituiscono gioielli di valore, da non perdere.
“Luna di miele da incubo” di Marie Belloc Lowndes è un libro che si legge in poche ore, con interesse e divertimento, un rilassante scacciapensieri.