La famiglia del piano di sopra – Lisa Jewell



Lisa Jewell
La famiglia del piano di sopra
Neri Pozza
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Quando un caso di cronaca nera interseca una saga familiare, la storia che ne deriva è totalmente trascinante, quasi fosse un fuoco d’artificio. Perché le ombre che si allungano sui sospetti, e sulle numerose perplessità, si fondono con personaggi che portano sulla pagina un vissuto; personalità complesse e motivate, sebbene peschino nel torbido della loro coscienza.
Il romanzo si dipana principalmente su due piani temporali distinti, ovvero la fine degli anni Ottanta, dello scorso secolo, e il 2018; geograficamente concentrato fra Francia e Inghilterra. 
Chelsea è il quartiere dove vive da sempre la parte più elegante di Londra, e proprio in una delle sue strade, Cheyne Walk, Libby Jones eredita una villa dall’aspetto sinistro. Un lascito inaspettato che avviene per l’esattezza al compimento del suo venticinquesimo anno di età. 
È lei la piccola, chiamata proprio così, trovata a dieci mesi in una culla al primo piano di quell’edificio, stranamente in buone condizioni di salute, con una zampa di coniglio sotto la coperta. Era il 1993 e una telefonata anonima segnalava un triplice suicidio. Entrando in casa, infatti, la polizia si era trovata davanti la raccapricciante scena di tre cadaveri, due uomini e una donna, in stato di decomposizione e adagiati sul pavimento della cucina. Martina e Henry Lamb, i proprietari dell’abitazione, mentre il terzo corpo non era mai stato identificato. Una faccenda davvero orribile, che a Libby appare ancora più assurda, dato che non aveva idea di essere Serenity Lamb, la neonata salvata dalle forze dell’ordine e in seguito adottata dai signori Jones. 
L’incredulità di quanto accaduto aveva aperto, a quei tempi, dei varchi su situazioni inaudite: i vicini avevano parlato di molti bambini e diversi adulti che vivevano insieme in quella casa, addirittura di una setta che aveva praticato un suicidio collettivo. E comunque, soggetti scomparsi misteriosamente, così come i due figli maggiori dei signori Lamb, fratello e sorella adolescenti di Libby. 
Passato e presente in questo romanzo fluiscono, fino a convergere in un unico grande finale, dove tutti i tasselli vanno al loro posto. Libby, aiutata da un giornalista che non ha mai smesso di pensare a quella storia, si mette a indagare sulla casa. Vuole saperne di più. Avverte strani rumori al piano di sopra, sinistri scricchiolii. Perché quella villa abbandonata, che ne ha viste tante, ancora pulsa di vita; dà l’idea di essere perennemente in ascolto. Si profila così una storia paradossale, di violenza e di soprusi, evocata dai ricordi di chi ha vissuto la tragedia in prima persona. Una narrazione cruenta e claustrofobica, ai limiti dell’immaginabile. Prepotenza e remissività, come due facce di una stessa medaglia, si abbattono sulle fragilità umane.
In un crescendo di colpi di scena e frasi a effetto, Lisa Jewell riesce a tenere avvinto il lettore, incuriosendolo sempre di più. Quali segreti si celano nelle case degli altri? Una domanda che ci si fa dalla notte dei tempi. I media palesano ogni giorno notizie sconcertanti, causate da un’indifferenza che ha raggiunto oramai picchi indicibili. La pazzia e il male sono sempre in agguato, tanto da farci sentire tutti colpevoli. Ci restiamo male, poi però torniamo alla nostra vita. Per un poco forse viviamo guardinghi: in qualunque finestra, soprattutto se poco illuminata, potrebbe nascondersi una richiesta d’aiuto. Potremmo intervenire. 
Leggere La famiglia del piano di sopra, questo romanzo così appassionante, ce lo fa ricordare.

Cristina Biolcati

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