African psycho



Alain Mabanckou
African psycho
66thand2nd
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Curioso romanzo breve, del poeta e scrittore di colore Alain Mabanckou, uscito qualche anno fa e ora ristampato in una nuova edizione,

La storia è semplice e tutta narrata in prima persona: Gregoire Nakobomayo, ex trovatello “dalla testa rettangolare” ora carrozziere in una sperduta cittadina del Centro Africa, sogna di diventare finalmente qualcuno e per farlo non sa inventarsi di meglio che cercare di emulare le terribili gesta del “Gran Maestro Angoualima”, efferato pluriomicida noto alle cronache del suo Paese per i molti turpi delitti e suicidatosi tempo addietro. Gregoire lo venera come un idolo e va a parlargli sulla sua tomba, nel grande cimitero dei Morti-cui-non-spetta-il-sonno.
Ma poiché fino ad ora non è riuscito a combinare grandi cose, ad eccezione di qualche furtarello ai danni dei vecchi del quartiere, il mezzo accecamento del fratellastro, l’aggressione a martellate ad un notaio e un tentativo di stupro non riuscito, progetta il grande colpo, che lo farà diventare famoso in tutto il Paese: l’omicidio di Germaine, prostituta che si è innamorata di lui, e che in realtà è tutt’altra persona da quella che vuol far credere. Ma il tempo passa e Gregoire non sa neppure decidere l’arma da usare per il suo delitto…
Il finale riserverà ancora qualche amara sorpresa al nostro sciagurato assassino dilettante, e il Grande Maestro Angoualima, in procinto di ascendere al cielo, lo sbeffeggerà per l’ultima volta.
Abbiamo definito il romanzo “curioso”. In effetti, il libro, ambientato in una cittadina immaginaria, nel quartiere Chi-beve-l’acqua-è-un-imbecille (e già questo la dice lunga…) è tutto pervaso da un sottilissimo humor nero, che emerge dalle elucubrazioni dell’assassino dilettante Gregoire e dalla sua morale rovesciata, che non gli fa intravedere altra via d’uscita dal suo stato di solitario negletto dal mondo che quella di emulare le gesta di un criminale, senza ovviamente averne alcuna capacità.
Non un giallo, quindi, e neppure un noir nel senso più tecnico del termine, ma un ironico e divertente pamphlet contro le storture della società, scritto fra l’altro in maniera molto intrigante.

Gian Luca Antonio Lamborizio

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