Ritorno a Pavia



Alessandro Reali
Ritorno a Pavia
Frilli
Compralo su Compralo su Amazon

Pavia, Il Borgo e il Ticino. Novembre 2014. L’ingenuo perbene 53enne Sandro Bontempi, di corpo tarchiato e rasato in testa, ha subito l’amputazione della gamba sinistra a causa di un incidente sul lavoro in Nigeria (l’anno prima), vive in carrozzella, tifa Milan, colleziona e ascolta come sempre molta musica, si è fatto crescere la barba, cucina, ingrassa. Da qualche tempo riceve telefonate mute, si sente minacciato, qualcuno penetra in casa e gli lascia vecchi articoli di giornale, chiede aiuto all’agenzia investigativa privata della coppia Sambuco e Dell’Oro, due tipi quanto mai diversi, pensiero e azione. Continuano minacce, intimidazioni, agguati. Occorre volgere lo sguardo al passato: nell’aprile del 1981 giovani rivoluzionari fallirono un sequestro e finirono in carcere, subito dopo la scomparsa (forse un suicidio) del vanitoso spietato leader Alfio Saligari. Sandro stava con la sorella Beatrice, la più bella ragazza della città. Anche Bea ora si rifà viva, gli dice che il fratello fu ammazzato da un vizioso viziato della ricca potente famiglia Cattani, l’antica vicenda s’ingarbuglia di nuovo. Qualcuno vi aveva lasciato e vi lascerà le penne, in modo più o meno incidentale.

Il chimico dell’Eni Alessandro Reali (Pavia, 1966) prosegue la serie su due che si integrano. Gigi Sambuco è un diesel, secchione malinconico elegante baffuto, ha perso il figlio bambino con gravi conseguenze psichiche sulla moglie, va in Citroën e fuma la pipa; Selmo Dell’Oro è un accelerato, superficiale menefreghista scorretto, già elettricista e spacciatore, interista, sgomma in Golf e si fa di canne, ha una figlia 18enne e scopa donne (non solo la giornalista Anna e la moglie Loredana, che ricambia). Anche la loro quarta indagine è ben narrata in terza varia sulle attività dei buoni, con una decina di incursioni in prima dell’ex brigatista ormai eremita. C’è molta ricostruzione storica del contesto italiano degli anni settanta, che talora emerge in modo forbito ma freddo. E qualche refuso di troppo. Enogastronomia di qualità: già solo nelle prime cento pagine si bevono tanti vini rinomati, soprattutto dell’Oltrepò, rossi (Bonarda, Barbera, Pinot Nero) e bianchi (Traminer, Timorasso, Pigato, Arneis). Ogni personaggio ha la sua colonna sonora, eccelsa limitata Sambuco (Conte, Endrigo, Tenco), notevole variata il casalingo Bontempi (dal blues al pop, mitici gruppi e cantautori).

 

v.c.

 

Valerio Calzolaio

Potrebbero interessarti anche...