Portami il girasole – Donatella Brusati



Donatella Brusati
Portami il girasole
Eclissi
Compralo su Compralo su Amazon

“…portami il girasole impazzito di luce.”

Il romanzo d’esordio di Donatella Brusati prende in prestito il titolo dalla poesia di Eugenio Montale, nel romanzo il ‘girasole impazzito di luce’ è la giovane e bella Chantal De Bligny, avvocatessa torinese che viene ritrovata morta soffocata con indosso un abito da suora di fronte a una antica pieve tra le colline del Monferrato, in provincia di Asti. 
La vicenda si dimostra subito piuttosto intricata: la giovane appartiene a una facoltosa famiglia torinese e il padre è addirittura commissario europeo per l’energia, tuttavia Chantal non esita a vivere la sua vita in modo consapevole e non disdegna di mettere il suo tempo e la sua abilità di avvocato al servizio dei ragazzi della comunità di don Salvatore anch’essa situata nel Monferrato. Si tratta di ragazzi inviati dal SERT, di richiedenti asilo, di ex-carcerati, insomma gente non proprio raccomandabile e infatti la polizia di Torino individua subito tra loro un probabile colpevole.
Gli inquirenti non hanno però fatto i conti con una coppia di investigatori sui generis: il vescovo Corrado Brunelleschi della Rocca e l’ispettrice dell’Interpol Francesca Malatesta. L’ispettrice è stata inviata in Monferrato per indagare sulla morte della De Bligny mentre il vescovo è stato incaricato dal Segretario di Stato vaticano di scoprire come mai in quattro lussuosi resort della zona alloggino quattro anziani cardinali ultraconservatori che non sono lì per rilassarsi bevendo vino locale e passeggiando tra le colline.
Francesca e Corrado si incontrano, ma sarebbe più appropriato dire che si scontrano, entrambi toscani veraci, la ragazza è atea e figlia di un mangiapreti e mal sopporta le moine curiali e i tatticismi clericali del vescovo che è bravo nel dire e non dire e nel farsi riferire informazioni dando poco o nulla in cambio.
Dal canto suo Brunelleschi è un vescovo ben poco tradizionale, ma che ispira simpatia a prima vista. Figlio di un enologo e con ascendenze nobili ha tratti signorili, ma per nulla presuntuosi, ha ereditato la passione paterna, ma in quanto figlio cadetto è stato avviato alla carriera ecclesiastica. Destinato alla nunziatura cilena si è messo in luce per le sue posizioni a favore dei campesinos e quindi trasferito nella ben più scomoda e pericolosa nunziatura siriana in piena guerra. Qui un cambiamento di pontificato e la nomina a segretario di Stato del cardinale Dabarin hanno decretato il suo trasferimento a Roma e i suoi incarichi a levare le castagne dal fuoco per conto della Segreteria di Stato.
In un colloquio con don Salvatore, prete dalla profonda vocazione, ex-missionario a cui molto sarà perdonato perché molto ha amato, don Corrado dice di non aver udito alcuna chiamata e di aver svolto la sua missione come una professione, tuttavia Brunelleschi non ha scheletri nell’armadio e a parte qualche sigaro Montecristo e qualche bottiglia di raffinato Sassicaia non ha neppure grandi tentazioni.
Nonostante queste premesse il romanzo di Donatella Brusati non è una riflessione sulla vocazione e nemmeno un improbabile racconto a tema mistico, ma è un giallo appassionante e intricato in cui compaiono politici più o meno corrotti, pettegole di paese, dissoluti rampolli di famiglie nobili e infine lui: il Monferrato che assume a pieno titolo il ruolo di personaggio.
Questo romanzo è nato dalle passeggiate che l’autrice ama fare tra le colline e tutti i luoghi sono citati con precisione e dovizia di particolari. La geografia infatti è una delle passioni di Brusati che cura anche una pagina Facebook chiamata Turista per casa in cui racconta le sue scorribande sempre rigorosamente pedestri in luoghi non distanti da dove vive.
L’amore per le dolci colline del Monferrato, per i prodotti della terra, per gli anziani che ancora tengono in vita minuscoli paesi traspare dalle pagine del romanzo anche se è presente un risvolto oscuro, quello del male che si è insinuato nella pace e nell’operosità di queste terre, ma che alla fine, come in ogni giallo di impianto classico che si rispetti, verrà svelato dalla sagacia e dall’intuito degli investigatori.

Rita Garzetti

Potrebbero interessarti anche...