True detective

In otto settimane di programmazione sulla rete via cavo HBO ha rivoluzionato l’immaginario collettivo e un certo modo di fare crime in televisione, al punto di scomodare paragoni molto calzanti con un altro serial, il classicone chiamato Twin Peaks, mandare al primo posto di vendita nel settore e-book di Amazon un libro di racconti centenario come “The King in Yellow” di Robert W. Chambers e proiettare il suo creatore, lo scrittore Nic Pizzolatto, praticamente uno sconosciuto, nell’empireo dei nuovi genietti malefici della scena mediatica americana. Di cosa stiamo parlando? Dell’ultimo fenomeno televisivo della stagione, quel “True Detective” che nel giro di due mesi è divenuto popolare in tutto il mondo grazie a una sceneggiatura solidissima e a due maestose prove attoriali, quelle di Matthew McCounaghey (fresco vincitore di un Oscar e qui si capisce il perché) e del redivivo Woody Harrelson, interpreti della più improbabile coppia di sbirri ma vista sul piccolo schermo. Un passaparola compulsivo in Rete, la creazione di forum e siti dedicati, come quello di reddit.com, la negazione delle regole seriali (un creatore- sceneggiatore e un unico regista, Cary Fukanaga, stagione autoconclusiva come “American Horror Story”), sottotesto letterario fanta-horror con richiami lovecraftiani, innestato al più classico dei “whodunit”, echi lynchiani miscelati al più orginale dei procuderal police che si siano mai visti. La più strana e mal assortita coppia di poliziotti, Rustin “Rust” Cohle, nichilista e convinto che l’umanità debba andare incontro all’autodistruzione, e Martin “Marty” Hart, buon padre di famiglia che non vede quello che gli accade sotto il naso nemmeno in casa propria, dove si addensano ombre e insoddisfazioni, indaga lungo un arco temporale di diciassette anni su di una spaventosa serie di delitti legati alla presenza di un sulfureo serial killer lungo le strade di una Louisiana lunare, aliena, disfatta dagli uragani e dell’incuria umana. Lo scoveranno, ma la sua eliminazione non segnerà la fine degli omicidi e della loro discesa agli inferi, personali e non, solo l’apertura del vaso di Pandora che li porterà a ritrovarsi anni dopo davanti all’occhio indiscreto di una telecamera che ci svelerà quanto accaduto loro, prima e dopo la prima chiusura delle indagini. Scopriremo che uno di loro non ha mai smesso di indagare convinto che il primo assassino non fosse l’unico e nemmeno quello giusto e che la loro indagine avesse solo scalfito la superficie di un mondo oscuro e spaventoso popolato di sacrifici umani e pedofili sui quali regna incontrastato il Re in Giallo dalla perduta Carcosa. Un mondo che molte persone, anche tra i poliziotti, hanno interesse a tenere nascosto… Arriverà in Italia? Molto probabilmente dovremo attendere la prossima stagione televisiva su di un canale dedicato di una rete satellitare come Sky e un doppiaggio capace di rendere al meglio tutte le sfumature di un accento del profondo sud degli States che in originale rende impossibile o quasi seguire i dialoghi se non in presenza di sottotitoli. Consiglio spassionato? Cercate di vedere ogni episodio almeno due volte e occhio a tutti i particolari, anche i più insignificanti, o il Re in Giallo vi verrà a cercare…

Mario Uccella

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