Un progetto ambizioso, una sorta di saggio sotto forma di romanzo con tutti pregi e i limiti che un’operazione simile può avere. L’idea di Arpaia è la seguente: valutare la possibilità che dietro le morti di quattro grandi connazionali – Enrico Mattei, Mario Tchou, Felice Ippolito e Domenico Marotta – ci sia stato un complotto internazionale, messo in atto tra il 1961 e il 1963, finalizzato a modificare il modello di sviluppo dell’Italia per confinarla al rango di piccola potenza regionale.
Muovendo da questa premessa, il romanzo/saggio, in parte autobiografico, si sviluppa su diversi archi temporali che permettono di valutare gli avvenimenti nel loro contesto storico. La prosa è agile, le informazioni numerose e approfondite: punto di forza ma anche di debolezza del lavoro. La mole di nomi, date ed eventi è semplice da gestire per un lettore con buone competenze storiche e di cronaca politica, molto meno per un profano.
Un ruolo centrale, nella vicenda, è quello attribuito a Tom il Greco, un agente della CIA implicato in oscuri eventi del ventesimo secolo (come il colpo di stato in Cile attraverso il quale l’amministrazione Nixon depose Salvador Allende), la cui lunga mano raggiunse l’Italia nel periodo interessato, ovverosia quando le misteriose morti del petroliere Mattei, del mago dell’informatica Tchou (e prima di lui di Olivetti) e degli uomini di scienza Ippolito e Marotta, sarebbero state – stando alla teoria – il turning point che impose la deviazione della traiettoria del futuro italiano dall’eccellenza al sostanziale sottosviluppo.
Ma davvero le cose sono andate in quel modo? Davvero la morte dei quattro geni ha determinato il destino della Penisola? E se, sulla dinamica degli eventi, avesse invece agito quella predisposizione nazionale a un cinico realismo, personificato idealmente nella figura di Machiavelli e in quella dei tanti politici italiani che si sono mossi seguendo i precetti dell’autore de “Il Principe”? Tramite questo libro Arpaia dà una parziale risposta ai suddetti quesiti ma fornisce al lettore gli strumenti per valutare in autonomia i fatti. Soprattutto quella loro strana, inesorabile e oscura successione che sembra seguire un inquietante spartito, visibile, in penombra, in gran parte dei momenti cruciali della vita del Paese durante la Guerra Fredda.
Bruno Arpaia – Il fantasma dei fatti
Thomas Melis