Ultima notte a Manhattan – Don Winslow



Don Winslow
Ultima notte a Manhattan
Einaudi
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Don Winslow, “l’uomo dai mille mestieri”, tra cui l’investigatore privato, il regista, l’attore e la guida nei safari, colpisce ancora. I lettori interessati alla metà oscura dell’America, all’assalto mortale al Campidoglio, per restare ai giorni nostri, ai suoi traffici di droga, alle violenze in strada, alla brutalità della polizia, a quella spocchia un po’ così di chi, a torto o a ragione, si ritiene essere il padrone del mondo, non possono non approcciarsi (nel caso non l’abbiano ancora fatto) al miglior scrittore contemporaneo statunitense, DW. Grazie a lui, attraverso i suoi romanzi, ci arriva sempre uno sguardo critico utile alla comprensione della realtà Usa, sia per chi è fan di quel Paese, sia per chi non lo ama affatto. Tra i primi crime sugli scaffali delle librerie in questo 2021, “Ultima notte a Manhattan” (Einaudi, 360 pagine, 18,50 euro) è la più recente fatica letteraria di Don Winslow tradotta in Italia (lo scorso anno, per HarperCollins, la raccolta di racconti intitolata “Broken”). Ambientato alla fine degli anni ’50, narra la storia di un giovane e ambizioso senatore, Joe Keneally, che mira alla presidenza degli Stati Uniti e di un detective privato, Walter Withers, ex agente della Cia. Nelle strade di New York, dove si consuma un omicidio, le vicende dei due finiscono per intrecciarsi. La trama, come anticipato, rappresenta un mero pretesto per scavare dietro la facciata bella e sorridente dell’America, un modo per dire (ai noi europei) di far attenzione: non tutto ciò che brilla splende davvero di luce propria. Keneally, per esempio, ha una moglie ricca che sembra destinata a diventare la First Lady, ma anche un’amante nascosta, mentre Withers deve fare i conti col passato ingombrante, perché aver fatto parte dell’Agenzia di spionaggio civile del governo è faccenda che lascia sempre degli strascichi negativi e pericolosi. La scrittura di DW, uno degli autori di crime più importanti a livello mondiale -forse il più importante- è come sempre intensa e ricca di particolari e di sfumature linguistiche, a metà strada tra una “facile” lettura e un “saggio” di storia moderna/contemporanea. L’opera di Don Winslow è da leggere quasi tutta. Chi non lo avesse ancora fatto, può partire dalla saga che ha per protagonista Art Keller. Se fosse una canzone “Ultima notte a Manhattan” suonerebbe come “Caravan”, celebre standard jazz composto da Juan Tizol e Due Ellington (ma divenuto noto, a noi profani del jazz, grazie al film “Whiplash”). Voto: 8 e mezzo.

Alessandro Garavaldi

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