Da quanto tempo non piangi capitano De Nittis? – Paolo Regina



Paolo Regina
Da quanto tempo non piangi capitano De Nittis?
SEM
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“Se mi tiri un altro calcio nelle palle ti arresto.”

“Oh, zio, chi ti conosce. Mollami, se no urlo!”

“Urla pure, così ti porto dentro. Sono un capitano della Finanza.”

“E che cazzo vuoi da me?”.

Ultima fatica letteraria di Paolo Regina e ancora una volta una piacevolissima conferma per tutti i suoi lettori. Da quanto tempo non piangi capitano De Nittis che solo per il titolo meriterebbe già la curiosità degli appassionati del genere, è un romanzo con molti pregi. 
Innanzitutto la straordinaria capacità dell’autore di avere dato vita a un personaggio originale, un capitano della Finanza che ama il suo lavoro a tratti, sé stesso a tratti, la sua esistenza a tratti e purtroppo anche quelle donne che, ogni tanto, passano nella sua vita. 
Ma attenzione, Gaetano De Nittis non è affatto un becero maschilista, è solo un bluesman, nel senso più profondo del termine, e non solamente perché ama ascoltare questo genere di musica, ma soprattutto perché ne possiede il mood. È un solitario, dall’umore perennemente variabile e dai sentimenti ballerini. De Nittis è meraviglioso, lo sarebbe anche da solo. 
Ma l’autore, con un vero colpo da maestro, gli affianca un antagonista speciale quanto lui. Un antagonista credibile che agli occhi dei lettori smette quasi subito di apparire come un personaggio letterario e si trasforma in una creatura vibrante, definita, vera: il capitano dei carabinieri Cuviello. Nel quale, a differenza del protagonista, il blues glielo fanno venire le circostanze. I casi non risolti, i fallimenti personali, la sua capacità di impantanarsi sempre nei casi più complicati. 
Uno schema collaudato e riuscitissimo che ritorna anche in questo ultimo romanzo di Regina dove la trama, sì è carina e si lascia leggere, ma non è certo la punta di diamante dell’opera. Il vero apice riposa altrove e i lettori lo scoprono una pagina dopo l’altra.
C’è un morto ammazzato, con la testa tagliata e con il cuore strappato. Un cadavere che scuote la sonnolenta Ferrara e che suscita orrore e turbamento per le condizioni in cui è stato rinvenuto. A indagare sul caso viene chiamato, appunto, Cuviello che pur mettendocela tutta, come si suol dire in questi casi, brancola nel buio. Ma in un certo senso non va bene neppure a De Nittis che deve indagare sul furto di un preziosissimo violino che gli era stato affidato in cura e che praticamente viene sottratto quasi sotto i suoi occhi. Doppia sconfitta, quindi, per i due antagonisti di sempre. 
Ma aver compagni nel duol scema la pena e i due capitani si ritroveranno a darsi una mano reciprocamente anche se ad attenderli ci saranno risvolti del tutto inaspettati. 
E quindi, Da quanto tempo non piangi capitano De Nittis è ancora una volta una prova autoriale sublime che va oltre la semplice storia e che si basa come sempre su dialoghi perfetti e ritmati, su uno stile da grande giallo italiano, e su un linguaggio semplice, immediato, quasi “da strada”. Tutte cose che garbano moltissimo ai lettori, così come garbano i due personaggi storici che in quest’ultima avventura sono affiancati anche da co-protagoniste davvero niente male. 
Un plauso anche a Sem editore che accanto a pubblicazioni di grandi autori stranieri continua a dare spazio alla bella giallistica italiana con lavori come questo di Regina dove location come Ferrara e Cremona diventano quel quid in più che coinvolge del tutto i lettori nella trama. Una cosa che tutti noi, appassionatissimi del genere, non possiamo che apprezzare. E buona lettura.

Antonia del Sambro

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