Monocromatica



blackswift
Monocromatica
colorado noir
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Due sono i protagonisti di questo romanzo, opera prima di Blackswift dietro il cui pseudonimo si celano “due attivisti dell’underground milanese”, come riportato in quarta di copertina.
Il primo è in realtà composto da un quartetto di persone che si trovano per buona parte della vicenda a muoversi e interagire come una sola persona, ognuno con la sua peculiarità caratteriale: Hassam, giovane immigrato clandestino impaurito e spavaldo; Li, cinese che vive travestita da uomo per inseguire i suoi sogni; Ngemi, misterioso africano che non perde mai la calma e sa dare l’aiuto che serve; e infine Christian, studente universitario in cerca di nuovi stimoli.
Il secondo protagonista, onnipresente, è la città di Milano. Non semplicemente la città di oggi, con il traffico, il grigiore e lo smog, ma quella di tutte le epoche storiche. Il thriller viene infatti inframmezzato da brevi capitoli che narrano accadimenti che hanno sempre avuto il loro teatro nel capoluogo lombardo, dalla sua fondazione alla Resistenza. Sono tutti fatti di sangue, o dove la violenza la fa da padrone perché, come scritto anche in copertina, “La storia del mondo è scritta col sangue”.
A questi due “personaggi” si aggiunge Fernando, sicario che si è stancato del suo lavoro, soprattutto perché “in questa città del cazzo non si ammazzano mai. … L’unica città in cui con un mestiere così sei praticamente un disoccupato in pianta stabile”. Viene pagato per uccidere Hassam e tutti quelli a lui collegati, ma li prende in simpatia e finisce a far loro da guardia del corpo a distanza.
Tutta la vicenda parte da un codice che si rivelerà di decifrazione più facile del previsto e di un luogo di Milano capace di dare una svolta alla vita di tutti coloro che si sono trovati coinvolti nella narrazione. Se non fosse che tutto accade troppo in fretta si potrebbe considerare una specie di romanzo di formazione: durante i pochi giorni in cui si svolge il romanzo Li e Hassam riescono a fare chiarezza su ciò che vogliono realmente dalla vita.
E’ un peccato che la storia sia confusa: naturalmente ci sono i cattivi che vogliono uccidere i buoni, appaiono e subito scompaiono senza una spiegazione mostri e presenze demoniache, ci sono elementi da new age un po’ scontati… insomma troppi temi uniti insieme senza che siano davvero amalgamati danno l’impressione di un lavoro molto frammentato.
Purtroppo la monodimensionalità dei personaggi contribuisce a far suonare il racconto poco credibile, anche se i turbamenti di Hassam, fisici e religiosi,vengono resi in maniera davvero delicata. Nell’insieme è una lettura un po’ alterna, ma ha l’indubbio pregio di rendere curiosi di scoprire e ripercorrere tutte le vicende che hanno resa Milano la città multietnica e così piena di fascino che è oggi.

sabrina pittaluga

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