Dante oggi sognerebbe gli Stati Uniti d’Europa. Intervista a Giuseppe Conte – Dante in love.

Giuseppe Conte da pochi giorni in libreria con Dante in love, Giunti, risponde alle domande di Donatella Brusati.

La prima domanda che la lettura del romanzo mi ha suscitato è legata al momento della creazione dell’opera. Come ha vissuto da autore (e poeta) il suo rapporto col personaggio-Dante?
Era da tanto tempo che non rileggevo Dante. Poi mi è capitato di scrivere una prefazione al Paradiso, E di riprendere contatto con l’autore della Commedia. Due cose mi hanno trascinato verso di lui: la potenza narrativa, piena di azione e immagini e personaggi, non sempre sottolineata nel suo poema. Il fatto che , rispetto a Omero e Virgilio, suoi antecedenti e  maestri, lui sia personaggio centrale della sua opera, con il suo io, le sue passioni, le sue ire, i suoi “movimenti umani”, sino alla visione di Dio.. Diciamo , come se Omero  presentisse già  Walt Whitman (il parallelo non scandalizzi, Whitman , autore di  Foglie d’erba, ultimo degli ultimi libri sacri dell’umanità, era un lettore appassionato di Dante)

La figura di Grace assume nel libro molteplici valenze. Un po’ Francesca, un po’ Beatrice…Come è nato questo personaggio?
La genesi di Grace nella mia immaginazione è stata fulminea. Non avevo appunti presi in anticipo come per gli altri miei romanzi, e la sua figura mi si è imposta subito sin dal nome: Grace , Grazia. E’ Beatrice in quanto porta Dante verso l’amore , sottraendolo alla sua vita malinconica, rassegnata di ombra, è Francesca in quanto inevitabilmente evoca i fantasmi dell’amore fisico non più possibile ma sempre desiderabile, anche per un’ombra. E’ soprattutto una giovane donna che ha il senso della pietà, del rispetto, dell’indipendenza, e che ama la letteratura: ce ne saranno ancora così? Io lo spero.

Quale o quali messaggi dell’opera dantesca, secondo lei, sono ancora vitali per l’uomo contemporaneo?
Il messaggio eterno di Dante, che valeva nel Medioevo, vale oggi e varrà sinché l’uomo abiterà il pianeta Terra, è che la vita è un viaggio, un pellegrinaggio continuo attraverso il male e il buio in cerca del bene e della luce, che la vita si realizza in questo movimento ascensionale, arduo, difficile ma necessario perché raggiunga la sua pienezza. L’uomo si definisce come tale in quanto cerca, sfida l’oscurità e l’ignoto, affamato di valore e di conoscenza.

Il Medioevo dantesco aveva due riferimenti incrollabili, l’istituzione dell’impero e quella della chiesa. Che riferimenti avrebbe oggi Dante?
Non credo che oggi Dante avrebbe come riferimento l’Impero americano e la Chiesa Cattolica, anche se indubbiamente il papato di Francesco e il suo richiamo alla povertà primitiva gli piacerebbe. Credo che un sogno di Dante oggi sarebbero gli Stati Uniti d’Europa (sogno di poeti, già Victor Hugo lo espresse nel XIX secolo) , una Europa che potesse ancora ambire a essere un faro di civiltà nel mondo, contro ogni barbarie (per inciso, questo è anche il mio sogno).

Per Dante l’esser poeta è la più nobile espressione dell’ingegno umano. Oggi, quale funzione può ancora assumere la poesia?
La poesia è una pulsione primaria dell’anima umana, anche in tempi che la emarginano e la vilipendono vive, sogna, crea, prospetta un futuro più umano per tutti. Nessuno si aspetta niente dalla poesia, oggi. Eppure la poesia continua a preservare quello che c’è di bello, di sacro, di divino nella vita di ognuno di noi e nel mondo.

La mia impressione come lettore è che l’autore abbia vissuto col suo personaggio un rapporto simile a quello che lega Dante a Virgilio, non solo di ispirazione ma di autentico affetto. È solo una lettura soggettiva o c’è qualcosa di vero?
Non è solo una gentile impressione soggettiva. Anche senza sentirlo come il mio Virgilio (sarei stato presuntuoso a farlo) ho sentito Dante come un modello, con un moto di affetto per la sua vita , per la sua poesia, per la usa idea di Amore. Il Dante di” Guido i’ vorrei che tu e Lapo ed io” la più bella poesia mai scritta al mondo sulla giovinezza, la magia, il viaggio, l’amicizia, l’amore corrisposto, l’ho persino sentito con spirito fraterno , proprio così.

La domanda a cui avrebbe voluto rispondere.
Sono già così belle e complete le prime sei domande, mah, forse potevo dire come ho lavorato al libro: otto nove ore di scrittura al giorno, chiuso nel mio studio, una caverna di libri, plichi, fogli, computer, fotografie, statuette, clessidre, seduto sulla mia sedia girevole tra due tavoli , tra le ombre che immaginavo, sino a sentirmi ombra io stesso.

MilanoNera ringrazia Giuseppe Conte e Giunti per la disponibilità

Donatella Brusati

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