Nick’s blues



john harvey
Nick’s blues
mattioli 1885
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È davvero un peccato, anzi, un delitto, che John Harvey non riesca ad avere in Italia i giusti riconoscimenti che contraddistinguono i suoi libri all’estero.
Harvey, infatti, è uno dei più fini noiristi inglesi contemporanei.
Le sue serie sull’ispettore Resnick e sul detective Elder sono seguitissime.
Nel suo caso, però, un notevole successo di vendite si sposa anche con una prosa fine, che lascia poco spazio ai compromessi stilistici accettati da molti colleghi.
Stavolta, però, Resnick ed Elder non c’entrano.

Nick’s Blues si colloca a metà strada tra il noir urbano e il romanzo di formazione, avendo per protagonista l’adolescente Nick, alle prese con i classici turbamenti del passaggio d’età, ma anche con il peso del suicidio del padre, un cantante e chitarrista blues di cui riscopre la carriera e la figura e, soprattutto, con la violenza delle tristemente famose gang minorili londinesi.
Come tutti i noir che si rispettino, la trama è avvincente e non priva di sorprese, ma ancora una volta il marchio di fabbrica di Harvey sono la profondità e un certo pessimismo. Come dice lui stesso, senza giri di parole, “Non è colpa mia se la vita è uno schifo. Si sa che non finisce bene.”

seba pezzani

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