Due spari al parco Lambro – Massimo Bertarelli



Massimo Bertarelli
Due spari al parco Lambro
Frilli
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Ci sono romanzi che sanno creare un perfetto connubio tra passato e presente. Evocano quell’atmosfera di cui l’amante del genere poliziesco ha nostalgia, su tutti i testi memorabili di Felisatti e Pittorru, ma con un brio che invece è tipico dei giorni nostri.

È quanto fa Massimo Bertarelli, ragioniere milanese in pensione e appassionato di gialli, in Due Spari al Parco Lambro, pubblicato da Fratelli Frilli Editori nel settembre 2023. La seconda indagine del Tomba tra Milano e l’Oltrepò pavese, precisa il sottotitolo, cosicché  sappiamo che si tratta di una serie, oltre a cosa aspettarci di preciso riguardo l’ambientazione.

Due sono gli spari, così come due i casi da risolvere. Separati e distinti, il secondo nemmeno preventivato.

Il vicequestore aggiunto Erri Tombamasselli (anagramma del nome dell’autore) opera a Milano. Quando la storia inizia, egli si trova in un ristorante, intento a gustarsi il suo dessert. D’un tratto fa irruzione un giovane in evidente stato di shock, a cui hanno sparato un colpo di fucile. L’evento è doppiamente nefasto, per due ragioni. Il Tomba, così come lo chiamano i colleghi, è vedovo e non ha ancora elaborato il lutto, quindi la cena rovinata è una rarità. Il ferito è incappato proprio in un funzionario delle forze dell’ordine, coscienzioso e arguto, che nell’offrirgli soccorso si rende conto di alcune incongruenze. La versione dei fatti, fornita dallo stesso malcapitato, non quadra.

Costui è un pregiudicato, che sicuramente intende occultare una situazione ben più complessa. E il Tomba non può far altro che indagare, per scoprire la verità. Facendo finta di credergli, mentre invece tende la trappola.

Cos’è successo, realmente, in quello scontro a fuoco al Parco Lambro?

Nella vita solitaria del Tomba arriva Grazia, una boccata d’ossigeno. Erri Tombamasselli è un personaggio ironico, che la sua condizione di vedovo inconsolabile non la fa pesare a nessuno, però dalla morte della moglie trascina la sua esistenza tra commissariato e abitazione, quindi ha bisogno di qualche novità che faccia presa sulla sua sbiadita voglia di vivere. Per rendere l’idea, a riscaldargli qualcosa per cena pensa sempre e solo l’attempata domestica, a lui assai devota. Grazia, si diceva, è una dottoressa del San Raffaele, che il Tomba saprà rivalutare nel suo tempo libero, dopo un primo incontro disastroso.

Parallelamente, vi è un clochard che lascia dei messaggi in commissariato, affinché si indaghi meglio sull’aggressione subita da un individuo mentre faceva jogging, derubato in modo violento. Il senzatetto però sembra uno spettro: non si trova. E il Tomba dovrà scendere in campo personalmente, con appostamenti e tanto di macchina fotografica, allo scopo di far luce sull’attendibilità di quel testimone.

Far cadere i colpevoli in contraddizione si rivela un’arte. I casi sono sicuramente tratti dalla cronaca nera, che l’autore ha saputo romanzare in modo sapiente. Non muore nessuno, in fondo. Però l’atmosfera è godibile ai massimi sistemi. I tasselli s’incastrano, nel finale autoconclusivo. 

Il valore aggiunto di Due spari al Parco Lambro è da identificare nella naturalezza dei dialoghi. Credibili, per nulla artefatti. È un romanzo che si legge d’un fiato, complice una prosa che scorre. All’evento delittuoso segue un’analisi della personalità del Tomba, mai però vissuta come un’intrusione forzata. Il ritmo non allenta la morsa e spinge a continuare a divorare le pagine, una dopo l’altra.

Si attende con gioia un terzo capitolo, che pare proprio ci sarà.

Cristina Biolcati

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