I 444 scalini



Mario Mazzanti
I 444 scalini
Newton Compton
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Guayaquil, seconda città più grande dell’Ecuador, dopo Quito. Una città con due anime, divise dal fiume che l’attraversa e da una scalinata, il Cerro de Santa Ana,. Circondati da case colorate, piccoli negozietti e ristoranti, 444 scalini , tutti numerati, portano in cima, nel punto più panoramico.
In corrispondenza del gradino 382, però, scompare una turista americana. L’unica flebile pista da seguire porta a un italiano, con il quale la ragazza avrebbe parlato poco prima di sparire nel nulla. Gli indizi inducono l’FBI a contattare il dottor Claps, noto profiler, che decide di partire per l’Ecuador, per catturare il suo incubo. La sua ossessione.
Incubo che risponde al nome di Giacomo Riondino, spietato serial killer affetto da personalità multiple che potrebbe nascondersi proprio a Guayaquil ed essere coinvolto nella sparizione della ragazza. Claps ha un conto aperto con lui. Le loro strade si sono incrociate più di una volta e la lunga scia di sangue lasciata dal serial killer ha toccato e coinvolto il profiler al punto da segnarlo profondamente e in modo indelebile. Tanto da vivere con l’unico obiettivo di catturarlo e mettere la parola fine a un terribile percorso di sangue che dura da oramai troppo tempo.
Inizia così un’affannosa corsa contro il tempo per la cattura del killer. Un inseguimento serrato che si snoda fra le vie della città e le sue contraddizioni, che sembra perdersi tra indizi non sempre attendibili e false piste. Una caccia dove gli specchietti per le allodole e repentine rivelazioni mischiano continuamente le carte, in una trama ricca di colpi di scena abilmente orchestrati dall’autore. Il tutto dosato con sapienza, con una narrazione misurate e matura, abile nel regalare ritmo e pathos a una storia che non conosce rallentamenti o pause.
Un lungo e tormentato viaggio, reale e mentale, che toccherà varie tappe prima di un finale per nulla scontato che vedrà coinvolto anche il Commissario Sensi,amico di lunga data di Claps con il quale ha condiviso in passato indagini e ossessioni.
Sempre interessante la parte psicologica, trattata con cognizione di causa e senza mai prevaricare la storia, ma mettendo al servizio della stessa l’immersione nella mente malata del killer e nelle sue diverse personalità. Da ricordare, inoltre, che il personaggio (non la vicenda) di Riondino è ispirato a un caso vero. Quello di Billy Milligan, serial killer affetto da disturbo dissociativo dell’identità (nella sua mente convivevano ventiquattro differenti personalità) protagonista di una vicenda di enorme interesse mediatico che sconvolse, alla fine degli anni settanta, gli Stati Uniti d’America. Mazzanti dimostra ancora una volta di padroneggiare il thriller, coinvolgendo e tenendo il lettore sulla corda, seminando ma anche camuffando indizi. Riesce poi a mantenere un certo distacco dai suoi personaggi seriali, regalando loro sempre nuovo spessore e sfumature e asservendoli alla storia.
Così come tutte le figure che s’incontrano durante la lettura. Tutte con la loro storia da raccontare, con i loro problemi e drammi interiori. Mai semplici comparse utilizzate per giustificare la trama, ma funzionali al racconto e al doloroso epilogo finale. Come i precedenti romanzi (tradotti anche all’estero e seguiti da un sempre più affezionato pubblico) anche “I 444 scalini” colpisce nel segno e conferma il talento narrativo dell’autore abile nel non crogiolarsi in storie che ripetono uno schema di successo, ma cercando di rinnovarsi e accettare sempre nuove sfide letterarie.

Cristina Aicardi

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