L’occhio del faro



Heine Bakkeid
L’occhio del faro
Giunti
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Un ragazzo scompare in mare, per tutti è certamente morto tranne per i genitori i quali, combattuti tra speranza e disperazione, ingaggiano un ex poliziotto per ritrovarlo: Thorkild Aske. Il miglior detective della polizia scandinava, fino a qualche anno primaabile negli interrogatori, ora tossicodipendente.
A causa delle  droghe aveva avuto un tragico incidente stradale che gli ha deturpato il viso e dove trovò la morte la compagna Frei, che tutt’ora gli appare, sempre con quella dolcezza che la caratterizzava ed è proprio questo che  lo fa soffrire per i sensi di colpa.
Ha imparato a convivere con questi incubi perseguitori, i migliori compagni per poter affrontare i “generis”che dovrà affrontare e che vanno dal giallo classico, alle tematiche noir, fino all’intreccio da thriller con anche una capatina  nell’horror e nel sovrannaturale con il Draug, “il non morto”.
Il mistero si fa sempre più fitto, per un finale claustrofobico, creando un personaggio che non vive di protagonismo ma sempre in bilico tra la realtà e l’illusione, tra il mondo vero e quello che vede il protagonista.
Il ritmo è molto nordico: la storia si sviluppa lentamente, ma nell’accezione più positiva di questo termine: è un libro lento nel senso che non ha fretta di arrivare alla fine.
L’occhio del faro rappresenta un  nuovo genere nei romanzi nordici!

Alessandro Tonussi

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