Il banditore – Joan Samson



Joan Samson
Il banditore
Sperling & Kupfer
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Harlowe è una piccola città di provincia americana del New Hampshire. I suoi abitanti sono per lo più agricoltori e trascorrono la loro esistenza secondo i ritmi della Natura. Poche le comodità, tanto il lavoro. All’arrivo di Perly Dunsmore però le cose, lentamente, iniziano a cambiare. L’uomo, dallo sguardo e i modi accattivanti, si presenta come un banditore e chiede a tutti gli abitanti di donare qualcosa per organizzare delle aste che servano a migliorare i servizi pubblici. Quelle che in un primo tempo sono cessioni volontarie dei beni diventano vere e proprie estorsioni attuate con minacce. I cittadini si lasciano intimorire dalla violenza e dai modi untuosi dell’uomo misterioso. Ma fino a quando potranno resistere e quali sono le mire di Perly?

I Moore, Mim, John, la sua vecchia madre Ma’, e la figlia piccola Hildie vivono tranquilli in una fattoria di Harlow. Mim e John sono una coppia come tante altre che ha organizzato la propria vita attorno alla terra. Boschi, mucche, zucche, mirtilli costituiscono la loro quotidianità. Vanno nel centro cittadino solo per comprare i generi necessari che non riescono a produrre o per le funzioni religiose. Hanno contatti solo con i pochi vicini, sono gente tranquilla e abituata a lavorare sodo.

Perly e le sue aste ne sconvolgono a poco a poco l’esistenza, insinuandosi in modo malevolo nella loro quotidianità. Il giovedì diventa il giorno in cui sanno che dovranno rinunciare a qualcosa: prima gli oggetti inutili della soffitta, poi, un po’ alla volta, tutto il resto. Perly è un tarlo che lentamente rosicchia tutta la loro proprietà e sembra inarrestabile. Assistiamo al progressivo cambiamento del loro carattere e di quello di tutta la popolazione del piccolo paese soggiogata dai modi ora minacciosi ora lusinghieri del banditore. Chi sia e da dove provenga nessuno lo sa. Compare all’improvviso, come un’entità diabolica, ed entra nella mente degli abitanti, ne carpisce i desideri, ne sfrutta le paure. Nessuno riesce a resistergli, anche se lo scontento è sempre più palpabile. Nessuno sembra avere il coraggio di dirgli di no, di fermare le spoliazioni sempre più massicce, per paura di ritorsioni, di perdere quel poco rimasto. E l’avidità di Perly non ha limite: prima le suppellettili, poi i bambini, infine le intere proprietà? Chi e come potrà porre fine all’incubo in cui è finita Harlowe?

“Il banditore” non è un horror nel vero senso della parola. Quello che suscita non è tanto ansia quanto sdegno per le pretese illimitate di Perly e incredulità per il comportamento fin troppo acquiescente degli abitanti. Harlow è divisa a metà tra chi in qualche modo trae guadagno dai traffici di Perly e tra chi perde tutto. Il banditore fa leva proprio su questo, sulla mancanza di coesione della popolazione che ne blocca la possibilità di ribellarsi. È un viaggio all’interno della psicologia umana, che ne studia l’adattamento alle privazioni, le leve dell’avidità e dell’ambizione, la paura di perdere il necessario, il tormento quasi kafkiano di chi si trova in una situazione sgradevole da cui non riesce a uscire. E ribellarsi a Perly è combattere l’ingiustizia e ritrovare la libertà. Solo nel finale saprete quale sarà la scelta di Harlowe…

Cristina Bruno

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