In Taccuino sannita troviamo un interessante ricettario da sfogliare con golosità , ma contemporaneamente un tempo ritrovato e tanti piccoli e grandi particolari storici che intrigano. E usi e abitudini, tutti legati a questa bella terra abbastanza misconosciuta che è il Molise. Lo scenario diventa palpabile e si fa reale, anche in virtù del preciso contributo di Vittorio Sallustio ( presidente Unione Cuochi Regione Molise) che ha arricchito il volume con i suoi preziosi appunti che descrivono le tradizioni locali di storia e cultura a tavola. Insomma questo libro è un bel condensato di cibo, arte e vita vissuta.
Un leggero compendio biografico familiare consente all’autrice di riportarci indietro nel tempo per più di un secolo e mezzo, ma francamente ne vale la pena. Perché la sua penna ci suggerisce teste bionde o brune e magari più tardi ingrigite dagli anni chine a fermare per sempre sulla carta segreti culinari tramandati da generazioni per il suo ghiotto quaderno di nonna Giulia.
Le tante ricette, rigorosamente suddivise, per i piatti salati, tra: primi, secondi, pasticci, salse, condimenti e conserve, biscotti e torte salate e, per i piatti dolci, tra: paste e pizze dolci, biscotti e pasticcini, dolci al cucchiaio, ripieni per dolci,conserve, salse dolci e liquori sono subito un invito a leccarsi i baffi.
Tre generazioni di donne vi hanno messo mano (e anima dico io) raccontando una cucina che cresce e cambia attraverso gli anni anche per i notevoli mutamenti socioculturali vissuti dalla regione. L’influenza della gastronomia cugina napoletana e pugliese si sente con le interessanti contaminazioni, dovute al passaggio di popoli diversi e stranieri.
Spiega infatti all’inizio del testo Manuela de Leonardis: «Il Molise è la terra degli antichi Sanniti, una regione prevalentemente montuosa dell’Italia meridionale, che dal 1861 al 1963 è stata associata amministrativamente agli Abruzzi. Il tratto di costa si affaccia sul Mar Adriatico, mentre tutt’intorno confina con l’Abruzzo, il Lazio, la Campania e la Puglia. Nella storia dell’Italia preunitaria dipendeva politicamente
dal Regno di Napoli, ma prima ancora aveva visto il passaggio dei Romani, dei Longobardi, dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini, degli Aragonesi ed, infine, dei Borboni, la cui eredità è rintracciabile nell’arte e nell’architettura, come pure nella tradizione enogastronomica».
Ricette da leggere, da meditare e da provare facendo tesoro di ingredienti e sapori da non dimenticare.
Cita la quarta di copertina:
«Zia Nora, la sorella più grande di mio padre, ha ancora il ferro su cui è impressa la data 1903 che era proprio lei, da ragazzina, insieme al fratello maggiore Cesare, a poggiare sui carboni della cucina, in attesa che l’impasto di uova, farina e zucchero prendesse forma. Una volta staccate, venivano messe a piramide sul piatto di portata e spolverate con lo zucchero, prima di essere coperte con il tovagliolo»…
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