Correre, tu devi correre…
La fretta è una cattiva consigliera. Mi piace scrivere cose scontate e condivise da tutti perché hanno il potere di instaurare una superficiale empatia con gli altri. Un piccolo stratagemma per attirare l’attenzione e che – forse – può darmi l’opportunità di far leggere a qualcuno le mie chiacchiere a forma di recensione. Cosa non ci si inventa per far rallentare chi ha sempre fretta…
Sembriamo tanti piccoli ciclisti con uno zaino termico sulle spalle che devono consegnare a domicilio l’ordinazione di un ristorante in tempi brevissimi.
Va bene, sto esagerando. Non siamo dei Rider, i ragazzi che effettuano le consegne a domicilio, ma dei componenti attivi della società. Sulle spalle abbiamo solo il nostro ego, pedaliamo senza sosta per esportarlo ovunque e siamo sempre in preda all’ansia di arrivare… dove?
Ai vertici della piramide, della sicurezza economica, dell’altrui considerazione e di ogni altro podio che riusciamo a individuare e per cui sbaviamo manco fossimo dei cani di Pavlov.
È vero, sto esagerando. Nessuno di noi è un extracomunitario con una bicicletta che deve pedalare per portare un pasto in cambio di una paga da fame.
Noi ci affanniamo per cause più nobili, forse.
Il Rider di Aldo Lado è un romanzo ambientato nel mondo di quegli invisibili che ci portano da mangiare sino alla porta di casa.
André è un ragazzo di colore approdato in Italia da clandestino. Un irregolare, un invisibile che ha fatto il possibile per essere ancora più invisibile nel tentativo di raggiungere la Francia per realizzare il proprio sogno. Cerca di mettere quanti più chilometri tra sé e il suo passato, ma viene respinto alla frontiera e si arena a Milano.
Qui inizia la vita con un lavoro in subappalto e si rifugia in una fabbrica abbandonata in compagnia di altre persone. Nella comunità che lo accoglie non manca nulla della vasta gamma umana che va dal reietto allo spacciatore. Dopo una consegna, un cliente viene ritrovato morto. In questi casi il colore della pelle può essere una prova certa della colpevolezza. Così inizia la fuga di André per non rimanere intrappolato in una serie di omicidi che riguardano il mondo dell’arte.
Aldo Lado è noto per essere un regista, alcuni suoi film hanno segnato la cinematografia di genere in Italia (La corta notte delle bambole di vetro, Chi l’ha vista morire? e L’ultimo treno della notte).
Ha già pubblicato altri titoli e, anche in questo caso, riesce a proporre una storia che avvolge il lettore. Si tratta di un thriller a tutti gli effetti, la caccia all’assassino è piena di insidie e trabocchetti, ma pregevole è la capacità dell’autore di far conoscere un mondo sconosciuto a molti.
Il Rider non è soltanto una trama con tutti gli ingredienti al posto giusto, è anche un’occasione per gettare un’occhiata dove non avremmo mai guardato.
Il rider – Aldo Lado
Mirko Giacchetti