Taxi squillo – Walter Colangelo



Walter Colangelo
Taxi squillo
MdS Editore
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Taxi squillo. Etica di un serial killer
Vittorio Velletri fa il tassista a Milano. Per sua scelta, e per motivi che ben presto scopriremo, lavora soltanto di notte, portandoci in giro per una città trasformata e fuori dai cliché, in un “luogo altrove” che funziona secondo regole proprie e popolato di creature che, come lui, durante il giorno si rifugiano in un riposo tossico, sostenuti dal Ritalin e da altri farmaci che li aiutano a confondersi, per quanto possibile, nella “normalità” diurna.
Vittorio, diciamolo subito senza timore di spoilerare (è già scritto in bella evidenza nella seconda di copertina…) è un serial killer, a suo modo, però, idealista. Lo scopriremo a poco a poco, in questa storia che, dopo un abbrivio pulp, virerà in un noir a ruoli invertiti, in cui il cattivo a cui la polizia deve dare la caccia diviene detective a propria volta e cerca, con metodi non proprio ortodossi, di fare trionfare la giustizia. Una giustizia, quella di Vittorio, che corre in aiuto del più debole e ne riconosce il disagio, creando un contrappeso tra un’etica sociale apprezzabile e un lato violento e distruttore, metafora, forse, della schizofrenia moderna, sempre sospesa tra le pulsioni più animalesche e il “controllo sociale” cui siamo sottoposti.
Da pochissimo in libreria per la MdS, collana cattivestrade, Taxi squillo è un altro bel romanzo di Walter Colangelo, già noto agli amanti della lettura come autore di diversi racconti (con lo pseudonimo di Fatalista) e di noir, fra cui Sinistra dopo il Torrazzo, pubblicato l’anno scorso. 
La trama si svolge veloce fra Milano (tratteggiata soprattutto, come abbiamo detto, nelle ore più profonde della notte) e il suo hinterland, attraversati freneticamente da un insonne protagonista, sempre alla ricerca, da una parte, di appetibili prede, dall’altro di… torti da raddrizzare, in un contrasto avvincente e non privo di pennellate di humor nero.
Suo malgrado Vittorio si troverà invischiato in una fosca storia di sperimentazioni scientifiche e professionisti corrotti, che ben presto lo coinvolgerà sino a fargli rischiare più volte la vita.
Se si sarà disposti a trascurare qualche piccola incongruenza, spesso inevitabile in storie molto pulp come questa, ci si troverà fin dalla prima pagina coinvolti in una girandola di avventure, spesso sanguinose, in cui il protagonista si destreggia alla grande, senza curarsi troppo dei morti ammazzati che si lascia via via alle spalle.
Interessante e a suo modo empatico il protagonista, sicuramente emblematico di molte delle contraddizioni della nostra società, ma degni di nota anche i comprimari, spesso disposti a seguire Vittorio in vicende che vanno ben oltre la legalità e, direi, il… comune senso del pudore.
Bella la prefazione di Nicola Pera e piccolo colpo di scena finale.
Chissà se rivedremo Vittorio in qualche altra adrenalinica e macabra avventura. A me, personalmente, non spiacerebbe affatto.

Gian Luca Lamborizio

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