Rosso Italiano
Due poliziotti politicamente agli antipodi, il commissario Vallesi e l'ispettore Annibale indagano sui delitti perpetrati dalla Dea Pagana e la vicenda si intreccia con la fuga dal Giappone di una giovane, Aska Okabe, nipote del grande capo della Yakuza, casualmente arrivata a Milano.
Non a torto il libro è stato definito « il libro più cattivo dell'anno », moralmente nessuno si salva, né le vittime, esponenti della magistratura, della polizia e dell'avvocatura, né gli investigatori, ognuno di loro è corrotto o ha segreti e debolezze da nascondere. Il tutto condito con quanto di peggio esista, sangue a fiumi, descrizioni macabre e le peggiori perversioni, talmente in abbondanza da dare una nota di comicità al racconto.
La storia è avvincente, vale la pena di superare la perplessità iniziale, la trama ben architettata vi catturerà e vi terrà in ostaggio fino alla fine, che non è per nulla scontata ma lascia la possibilità (e la speranza) di farci ritrovare i personaggi in un nuovo romanzo.
Un omaggio a Valerio Evangelisti con la citazione di Eymerich e ad Andrea Camilleri con il maresciallo Cavallo che parla come Catarella, a Alan D. Altieri con l' »Eretico in nero", a Brett Easton Ellis e "American Psyco", quando parla del biglietto da visita "bianco osso". Il personaggio di Rastaman è un omaggio allo sbirro rasta dei "Fiumi di porpora" e Esmeralda Villa Lobos è la tassista di "Pulp Fiction".
Nel libro riecheggiano più volte "Arancia meccanica", "Il cacciatore", " Le iene", un certo genere di cinema d'azione italiano anni settanta così come le commedie sexy dello stesso periodo.
Rosso Italiano- massimo rainer - barbera
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