Il sol dell’avvenire

Il film di cui tutti parlano e che in pochissimi hanno avuto l’occasione di vedere, stato proiettato al Festival del Film di Locarno.
Tratto dal libro scritto da Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini Che cosa sono le BR. Le radici, la nascita, la storia, il presente edito da BUR, un documentario che riprende gli ex brigatisti Tonino Loris Paroli, Alberto Franceschini, Roberto Ognibene, Paolo Rozzi, Annibale Viappiani oggi liberi dopo aver scontato le loro pene seduti al tavolo di un’osteria dove si riunivano ai tempi della militanza, a rievocare, mangiando cappelletti in brodo e salumi tipici, gli anni dal 1969 in poi in cui Franceschini tramite un compagno di scuola, aveva preso in affitto a Reggio Emilia un appartamento che fungeva da ritrovo e dove si ciclostilavano i proclami e si costruivano bottiglie molotov. Questa comune era ben vista sia dalle sezioni locali del partito comunista sia dagli ex partigiani che a quell’epoca erano ancora abbastanza giovani e avevano parecchia voce in capitolo. Proprio un ex partigiano regala a Franceschini una pistola Luger sequestrata a un ufficiale tedesco e che appare in una foto puntata alla tempia di un sequestrato da una mano guantata (quella di Franceschini, che spera di essere riconosciuto dal partigiano). Non vi sono voci narranti, vengono ripresi solo gli ex militanti, oggi anziani signori in disarmo. Si ha l’impressione di essere avventori seduti al tavolo vicino che ascoltano questa comitiva un po’ rumorosa. Se non fosse che questi uomini negli anni settanta avevano cercato di cambiare l’Italia con la lotta armata, con i sequestri e gli attentati politici. Nel film ci sono anche testimonianze di Corrado Corghi e Adelmo Cervi.
Tristissimo vedere Adelmo Cervi ripreso mentre gira in bicicletta per Cavriago intorno alla statua di Lenin con i pantaloncini lilla, e ancora pi triste vederlo oggi con gli occhi spiritati rispondere sproloquiando alle domande del dibattito seguito alla proiezione del film.
Non meglio Tonino Loris Paroli, che dal palco spara a zero contro i politici di oggi, ma poi sceso dal palco riconosce ad occhi bassi di essere solo un perdente.
Visti da vicino, oggi sono solo due anziani trasandati e fuori luogo senza alcun carisma.
Gianfranco Pannone in questo documentario stato onesto, non ha dato giudizi, ha solo presentato dei fatti e dei ricordi per cercare di capire un periodo della nostra storia recente di cui oggi si parla pochissimo e quasi sconosciuto alle giovani generazioni. Nei titoli di testa, insieme ai nomi dei protagonisti vengono indicate la condanna e la pena scontata, prima dei titoli di coda scorrono le foto delle vittime delle Brigate Rosse. Le conclusioni le trarr lo spettatore.

Regia: Gianfranco Pannone – Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Fasanella, Gianfranco Pannone – Durata: 78′

Ambretta Sampietro

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