Juan Madrid

Al Piemonte Grinzane Noir di Orta è stato ospite anche Juan Madrid, personaggio di grande carisma, scrittore, sceneggiatore e giornalista spagnolo noto per le sue inchieste che spesso ha raccontato nei libri gialli con protagonista Antonio Carpintero, ex poliziotto e ex pugile noto come Toni Romano.
Originario di Malaga cresciuto in una famiglia di sinistra dove sia il padre che lo stesso Juan hanno conosciuto il carcere per le loro idee politiche di oppositori al regime, ora vive tra Madrid nel quartiere storico di Malasaña, dove sono ambientate molte delle sue storie, e una casa  a Salobreña,  una località sulla riva del mare a sud di Granada dove trascorre periodi in solitudine per scrivere.
Ha pubblicato 46 libri, tra cui alcuni libri per bambini, l’ultimo è appena uscito in Spagna “Adios Princesa” per Editorial B e racconta la storia di una giornalista televisiva fidanzata con un principe che viene trovata assassinata. Antonio Carpintero indaga, ogni riferimento con una storia reale è volutamente casuale. In Italia recentemente sono stati pubblicati da Alacràn Cronache di Madrid in nero e Un bacio da amico.
Juan Madrid non guida l’auto, non ha il cellulare e non usa internet anche se usa il computer dal 1993, da quando aveva scritto “Dias contados”.

Più scrittore, sceggiatore o giornalista?
Il giornalismo mi ha insegnato molto sulla scrittura. Mi ha dato uno strumento prezioso, la parola. Inoltre mi ha insegnato a essere conciso, chiaro e andare al sodo.

Come ti definisci?
Sono un artigiano della scrittura che sta iniziando a entrare nella vecchiaia.

Scrivi sempre?
Scrivo a qualsiasi ora, tutti i giorni. Mi riposo solo la domenica. Ho sempre in tasca un quadernetto dove prendo appunti.

C’è qualcosa di autobiografico in Antonio Carpintero?
Tutti i miei personaggi hanno qualcosa di me. Chi più, chi meno.
Ho creato più di 1000 personaggi in tutto, tra romanzi e racconti, credo di aver dato qualcosa di me a ciascuno. Quando avevo 17 anni avevo praticato la boxe, ancora oggi mi alleno di tanto in tanto.

Come era stato accolto a Malasaña il tuo libro, Cronache di Madrid in nero in cui hai descritto gli abitanti del tuo quartiere?
Molti si erano riconosciuti, ad alcuni non era piaciuto. Non ritraggo mai direttamente una persona, la trasformo nel personaggio. I miei personaggi sono costruiti con l’immaginazione e l’esperienza.

Avevi viaggiato per tre mesi in Amazzonia per scrivere un libro di viaggio portandoti solo uno zainetto. Puoi raccontarci qualcosa di questa esperienza?
Questo viaggio mi permise di conoscere la distruzione operata dalle grandi imprese multinazionali. Sono stato anche colpito dalla grandezza della natura e allo stesso tempo dalla miseria e dall’impegno dei suoi abitanti.

E della tua esperienza del carcere?
E’ stata utile per scriverne. Qualsiasi cosa accada a uno scrittore può essergli utile, sempre che se ne sappia servire. Ho imparato la lingua della mala e me ne sono servito nei miei libri.

Che lettore sei? Cosa leggi?
Leggo sempre, continuamente, qualsiasi cosa, saggi, libri di psicologia, romanzi. Leggo sempre con piacere.

Come immagini il tuo lettore tipico?
Non lo immagino, scrivo per me, scrivo i libri che mi piacerebbe leggere.

Dove sono più letti i tuoi libri?
Oltre che in Spagna vendo molto in Germania, in Russia dove ho venduto 400’000 copie e ultimamente anche in Cina. Sono stati scritti anche dei libri su di me e sono state fatte diverse tesi sulla mia opera. A fine ottobre è uscito il mio ultimo libro “Adios Princesa” e sto viaggiando molto per promuoverlo.

A chi vuoi dire grazie?
Ai miei genitori, che sebbene non avessero molti mezzi, mi avevano comperato i libri quando ero piccolo.

La più grande soddisfazione della tua vita di scrittore?
Ancora non l’ho avuta ma non perdo la speranza di averne una in futuro.

Ambretta Sampietro

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