L’ultima equazione



mark alpert
L’ultima equazione
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Tutti conosciamo, anche solo per sentito dire, la teoria della relatività di Albert Einstein. Una teoria che ha prodotto un progresso notevolissimo in diversi campi della scienza moderna, ma che ha anche portato alla costruzione di armi dal terrificante potere distruttivo come la bomba atomica. E se, oltre alla teoria della relatività, Einstein fosse arrivato alla formulazione di un’altra teoria, ben più sconvolgente?

Qualcosa che, forse, avrebbe potuto dare una risposta alla domanda su come è nato l’universo, ma anche, se utilizzata in modo sbagliato, produrre un’arma in grado distruggere il mondo intero. Qualcosa che il grande scienziato avrebbe deciso di nascondere in un posto sicuro, affidando le informazioni per trovare le equazioni ai suoi più stretti collaboratori. Una teoria rimasta nascosta fino a quando un terrorista desideroso di vendetta e dal grilletto facile non viene ingaggiato per ritrovarla.

Questa è l’idea alla base del romanzo L’ultima equazione scritto dal fisico americano Mark Alpert. Un thriller in pieno stile hollywoodiano (se fosse un film) o, per usare un paragone più letterario, in stile Dan Brown, nel quale non mancano inseguimenti, sparatorie, esplosioni e nemmeno la storia d’amore tra i due bei protagonisti, ma che, secondo il mio punto di vista, fatica a tal punto a discostarsi dai clichè del genere da far intuire al lettore un po’ più sgamato persino i colpi di scena che avrebbero dovuto risultare più inaspettati.

La trama comunque regge, e lo stile non sarà da premio Nobel ma perlomeno garantisce un buon ritmo alla narrazione. Un libro da ombrellone insomma, che sicuramente non ricorderò tra i più entusiasmanti che abbia mai letto.

davide schito

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