La Milano d’acqua e sabbia



matteo di giulio
La Milano d’acqua e sabbia

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Un romanzo di denuncia, perché non dimentichiamoci che un romanzo sebbene racconti storie inventate si basa spesso su fatti reali e scomodi.
In questo romanzo in particolare la denuncia è sulle speculazioni edilizie, perché in una Milano che cit. “tende verso il cielo” spesso ci si dimentica di pensare alle sue fondamenta e su cosa posano.
Ma non illudetevi, questo non è il solito romanzo che racconta un’indagine qualunque vissuta da un poliziotto qualunque. È la storia del poliziotto Gianluca Fedeli, ispettore della questura di Milano. Non aspettatevi di sentirvi narrare le gesta del “prode bambolotto” adattato alla storia, che interpreta un ruolo. Leggerete di un personaggio che è la storia, è lui che vive e crea la storia che leggiamo e che ci tiene incollati dalla prima all’ultima pagina. La storia di un milanese qualsiasi, che potrebbe essere un nostro amico, che fa un lavoro come un altro, con le sue routine, i suoi problemi, i suoi piccoli soprusi da ufficio, le sue piccole ingiustizie sociali, le sue ulcere e le emicranie. La vita di un qualsiasi milanese trentenne single, che fa un mestiere particolare è vero, perché non dimentichiamoci che è un poliziotto, ma diversamente da quanto siamo abituati a vedere in TV nei vari serial, è un lavoro stressante, fatto di routine massacranti, di appostamenti all’aperto sotto qualsiasi condizione meteorologica, che raramente riescono a concludere qualcosa, e che quando ci riescono, spesso vengono vanificati per cavilli legali o incompetenze altrui.
Un milanese trentenne che cerca di mantenere la propria indipendenza sociale, ma che deve scontrarsi quotidianamente con una madre, ormai vedova che lo assilla per andare a vivere con lui, un protagonista combattuto tra la propria indipendenza e l’amore verso una madre vedova alla quale non è rimasto che lui.
Un milanese trentenne che vive e lavora in sintonia con la sua città, che non è solo uno sfondo anonimo, ma parte integrante della sua vita.
Una storia tranquilla dunque, uno spezzato di vita cittadina vissuta da uno delle migliaia di Milanesi che ogni mattina si alza, va al lavoro, torna a casa di sera e qualche volta va a cena dalla mamma. Mamma che abita in un palazzone nuovo, che come spesso capita ha l’ascensore fuori servizio. E qui comincia il giallo. Perché se è vero che il nostro personaggio è un single come tanti altri è pur vero che fa l’ispettore di polizia e quando si ritrova un cadavere tra i piedi, non può certo fare finta di nulla e comincia ad indagare. Scopriremo così dei dettagli della vita della vittima, vedremo raccontata la vita di un nostro vicino, l’uomo della porta accanto, impiegato e inquilino modello che nessuno avrebbe potuto odiare. Ma allora chi è stato a ucciderlo?
E’ così che l’indagine comincia e la trama si infittisce, sembra la solita rapina finita male, verrebbe la tentazione di archiviare tutto, ma… per fortuna il nostro ispettore è ligio al dovere e rispettoso della giustizia anche quando questa si scontra con la legge. Avremo così modo di conoscere meglio Gianluca Fedeli, e di riconoscercisi anche quando da bravo “Pierino” le combina più grosse di lui. Ci troveremo così ad amare, odiare, soffrire e commuoverci in perfetta sintonia perché pregio di Matteo di Giulio è stato quello di creare un personaggio assolutamente empatico.

andrea zannini

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