Prosperi e Giuttari finalisti del Camaiore

PREMIO CAMAIORE LETTERATURA GIALLA 2008 V Edizione
Finalisti: Pierfrancesco Prosperi “La Moschea di San Marco” (Bietti) e Michele Giuttari
“Il Basilisco” (Rizzoli)

Il Premio
Il Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2008, organizzato dalla Fondazione Città di Camaiore di cui è presidente Manuela Clerici, si presenta con alcune novità significative. Le giurie sono state semplificate, con l’unificazione delle due commissioni, quella dei giornalisti e quella dei docenti universitari, in una sola, detta degli esperti. Ne fanno parte sia professori universitari, come la professoressa Simonetta Bartolini, della San Pio V di Roma, sia storici cultori del giallo, del noir e della fantasy come il giornalista radiofonico Gianfranco De Turris, sia scrittori come Enrico Pàssaro. Consulente tecnico è lo scrittore e giornalista Enrico Nistri. Questi i nomi dei giurati: Enrico Pàssaro, Fabio Ranucci, Gianfranco De Turris, Simonetta Bartolini, Aronne Angelici.
La seconda giuria è quella formata delle librerie: la Libreria Suspence di Roma, La Galleria del Libro di Viareggio, Libreria Edison di Firenze, Libreria Gaia Scienza di Livorno, Libreria Salomone Belforte & C di Livorno. Pertanto i finalisti sono due, uno scelto dalla giuria degli esperti, ed uno da quella delle librerie.

I due finalisti
Sono state prese in considerazione le opere edite nel periodo compreso tra il 1 maggio 2007 ed il 30 aprile 2008. Un anno intero dell’editoria di questo genere letterario che sempre più attira lettori di ogni livello sociale e culturale.
La giuria dei giornalisti e critici della V edizione del Premio Camaiore di Letteratura Gialla ha indicato quale finalista il libro di Pierfrancesco Prosperi “La Moschea di San Marco” (Bietti), mentre la giuria delle librerie ha indicato il libro di Michele Giuttari “Il Basilisco” (Rizzoli).

Pierfrancesco Prosperi “La Moschea di San Marco” – Bietti
Italia, primavera 2015. Tutto inizia da un sasso, gettato con violenza contro una donna la cui unica colpa è aspettare un figlio da un uomo che non è suo marito. Un sasso a cui ne seguono altri, sempre più grandi.
E mortali. Una lapidazione alla luce del giorno. Elisa muore prima dell’arrivo dei soccorsi.
Per il commissario Visconti le settimane si annunciano complicate: c’è un delitto d’onore su cui investigare, ci sono violenze sempre più efferate a sporcare di sangue le strade. L’Italia giorno dopo giorno pare perdere la propria identità in nome di un’integrazione che somiglia sempre più a una disintegrazione. Di tradizioni, credenze, sicurezze, senso civico, buon senso.
Il Partito della Verità, un nuovo movimento di matrice islamica, sta facendosi largo tra gli schieramenti tradizionali attirando a sé nuovi seguaci grazie a idee e valori forti (leggasi integralisti) che sembrano attecchire nella società italiana persino troppo facilmente. L’escalation è inarrestabile: vengono colpite le donne, trattate come cittadine di seconda classe, senza diritti e possibilità, le chiese, le opere blasfeme, gli infedeli (e non si tratta di chi tradisce la moglie…), gli omosessuali. Quando dal balcone di San Pietro il nuovo Papa Benedetto XVII, che da tempo manifesta aperture sospette verso l’Islam, lancia un annuncio shock su Dio e sull’essere cristiani, il nuovo inizio è vicino. Un nuovo inizio che somiglia a una fine.
Pierfrancesco Prosperi è uno scrittore eclettico. Nel suo curriculum ci sono romanzi, saggi e fumetti. Questo suo “La moschea di San Marco” sembra uno di quei classici “What if” che tanto hanno avuto fortuna tra le nuvole disegnate: cosa succederebbe se…
E il “se” questa volta porta alla luce lo scontro di civiltà e religioni, la possibile islamizzazione dell’Italia, la violenza mascherata da fatwa, kamikaze, attentati.
Fantascienza? Ce lo auguriamo, perché queste pagine, questo “1984” italianizzato, trasmettono inquietudine. Un libro che suscita sentimenti contrastanti: da un lato c’è l’impossibilità di smettere di leggere, tanto è incalzante e avvincente la narrazione, dall’altro c’è il timore di proseguire, di arrivare a un finale che non può che essere senza speranza.

Michele Giuttari “Il Basilisco” – Rizzoli
Ottobre 2001: in una Firenze che assume all’improvviso i tratti di una Beirut devastata scoppia una bomba che colpisce l’auto con cui il commissario Michele Ferrara si sta recando in ufficio. Le indagini vengono immediatamente indirizzate al terrorismo internazionale; l’allarme è infatti alto in tutto il mondo e lo è anche nella città d’arte italiana. Il commissario è costretto all’immobilità in ospedale, ma intanto più di un inquirente solleva dubbi sulla matrice dell’attentato: perché escludere che invece non si sia trattato di una vendetta contro di lui, artefice dell’arresto dell’importante capomafia, Salvatore Laprua? A crederlo è soprattutto il procuratore aggiunto Anna Giulietti che con Ferrara ha stretto un solido rapporto di collaborazione professionale e di amicizia. A una settimana esatta dal primo attentato, una seconda bomba fa esplodere l’auto di Anna Giulietti e quella stessa mattina Salvatore Laprua viene trovato morto nella sua cella. L’abile regia di un astuto e crudele burattinaio sembra lavorare perché la verità resti sepolta, ma Ferrara, sconvolto dalla morte di Anna, riprende con decisione le redini dell’indagine. La sua attività entrerà in collisione con quella di altri organi inquirenti, e non solo per la sua famigerata scarsa diplomazia. Ma più si va avanti con l’inchiesta e più sembra che nessuna pista sia sbagliata, nessuno ha ragione e nessuno torto, doppi e tripli giochi disegnano un quadro dove mafia e criminalità internazionale sono indissolubilmente legate. Ferrara, tentato dall’idea di arrendersi, e diviso tra l’amore per la moglie Petra e il dolore per la perdita di una donna che forse è stata più di un’amica, ritrova alla fine la determinazione necessaria a incalzare il colpevole, lo spietato basilisco, incarnazione di un male che non ha simili. Un’inchiesta avvincente, un romanzo che si legge tutto d’un fiato. Michele Giuttari non si smentisce, il thriller è nelle sue corde di scrittore, l’istinto dell’indagine gli appartiene sulla pagina come nella sua vita di investigatore.

Sabato 12 luglio alle ore 21 al teatro dell’Olivo di Camaiore saranno consegnati i due libri finalisti alla giuria popolare. La serata vedrà l’intervento musicale della band Alberto Benicchi Quartet con Alberto Benicchi – sax alto, Massimo Currò – chitarra, Manuele Dechaud – contrabbasso, Sergio Vallarono “Zibba” – batteria. Un quartetto di giovani musicisti già ricchi di molteplici esperienze con alcuni dei migliori artisti italiani e statunitensi.Il quartetto affronta per lo più un repertorio incentrato su standards riarrangiati dai componenti del gruppo. In repertorio classici di Cole Porter, George Gershwin, Jerome Kern e molti altri all’insegna dello swing e del blues.
Conduce Claudio Sottili. Presenti in sala i trenta giurati ai quali il presidente della Fondazione Città di Camaiore, Manuela Clerici, consegnerà i due volumi. La giuria sarà poi chiamata ad esprimere il proprio giudizio durante la serata finale del 29 agosto.

La giuria popolare (trenta persone)
La giuria popolare che venerdi 29 agosto al Teatro dell’Olivo indicherà il vincitore del V premio Camaiore di Letteratura Gialla è formata da:
Tania Tavazzini (Lido di Camaiore), Michele Marrandino (Massarosa), Giacomo Lucarini (Camaiore), Tania Turnaturi (Roma), Jonata Mallegni (Camaiore), Nadia Poli (Fornaci di Barga), Angelica Pesenti Barili (Massa), Maria Laura Ferrari (Viareggio), Nicoletta Esposti (Camaiore), Laura Vitaloni (Massa), Roberta Capanni (Firenze), Michele Gori (Camaiore), Anna Mugno (Lido di Camaiore), Sandra Giachi (Marina di Massa), Beatrice Pesenti Barili (Massa), Raffaella Salomone (Stiava), Sergio Saponati (Viareggio), Laura Perulli (Tonfano), Anna Brunini (Massarosa), Antonia Ferrari (Camaiore), Silvana Galli (Camaiore), Nicola Landi (Pietrasanta), Giulia A. Belli (Viareggio), Laura Bottari (Viareggio), Patrizia Fedi (Viareggio), Rita Bonuccelli (Lido di Camaiore), Mara Palmerini (Lido di Camaiore), Valeria Satta (Camaiore), Anna Cappelli (Camaiore), Ettore Giovanetti (Massarosa).

La serata finale
La serata finale si terrà venerdi 29 agosto alle ore 21 al Teatro dell’Olivo di Camaiore. Saranno i trenta giurati, alla presenza dei due scrittori finalisti, a decretare in diretta con la consegna delle loro schede il vincitore della V edizione del Premio.

I vincitori delle scorse edizioni

Nato nel 2003, il Premio è riservato ad opere di genere noir, thriller e poliziesco.
Lo scorso anno il Premio è stato vinto da Paolo Roversi con “La mano sinistra del diavolo” (Mursia). I vincitori delle scorse edizioni sono stati Giancarlo De Cataldo con “Romanzo Criminale” (2003), Gianrico Carofiglio con “Ad occhi chiusi” (2004) e Alessandro Perissinotto con “Una piccola storia ignobile” (2006).
“Il Premio Camaiore di Letteratura Gialla – dice il presidente della Fondazione Città di Camaiore. Manuela Clerici – benchè sia stato ideato soltanto da pochi anni, ha già riscosso un successo straordinario appassionando anche lettori abituati ad altri generi. Se diamo un’occhiata alle prime quattro edizioni scopriamo autori che negli ultimi anni sono riusciti a raccogliere un grande successo di critica e di vendite.”
Il Premio Camaiore di letteratura Gialla è una manifestazione creata con l’intento di volersi staccare dalla logica dei concorsi letterari. Per i ‘giallisti’ si tratta di un appuntamento imperdibile. Il Premio ha potuto contare nelle precedenti edizioni su autori di grande rilievo come Giorgio Faletti, Giancarlo De Cataldo, Gianrico Carofiglio, Marco Bettini, Luigi De Pascalis, Alessandro Perissinotto, Leonardo Gori, Gianni Biondillo, Valter Binaghi, Marcello Fois, Paolo Roversi.

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