La notte qualunque – Alessandro Ferranti



Alessandro Ferranti
La notte qualunque
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Non sarà una notte qualunque come dal titolo di questo piacevole giallo storico che restituisce al lettore alcune pagine poco note e lo porta ai giorni che precedettero l’entrata in guerra dell’Italia quello storico 24 maggio 1915, quando le truppe italiane attaccarono l’Austria e, per riunire l’Italia, puntarono al Trentino e al Friuli e della Venezia Giulia.

Protagonista, oltre ai personaggi storici e alla Storia che conosciamo dai libri scolastici, è Vittorio Serrano, giovane politico di Tivoli, capo della segreteria del presidente del Consiglio a capo del Governo in carica da pochi mesi, Antonio Salandra. 

Lui è l’uomo/ombra del presidente, coordina i collaboratori, filtra visite e corrispondenza, pianifica incontri. E proprio Serrano, che a Roma vive in condominio con un amico austriaco, avvicinato da un emissario, sarà testimone diretto e artefice egli stesso di quelle giornate quando già una minoranza riempie le piazze e incita il governo ad entrare in guerra accanto all’Austria, dopo l’assassinio a Sarajevo dell’arciduca Francesco Ferdinando.

Nei palazzi del potere le trattative procedevano in segreto, un occhio alla politica di Stato e un occhio alle pretese dell’Italia che vuole riunirsi. Chi è disposto a cedere e a dare di più?

Sarà Serrano ad organizzare in una masseria di Tivoli, un incontro segreto. Si rivolgerà a un massaro di sua fiducia, Ettore.

Il custode doveva preparare i locali del casale, comprare il necessario per una cena e una prima colazione per tre ambasciatori, il ministro degli Esteri e il presidente del Consiglio. Cinque ospiti più Serrano, Ettore, la moglie del custode che doveva cucinare e il loro ultimogenito. Nove persone in tutto.”

L’incontro va come deve andare. Ma quando Ettore viene ritrovato con la testa quasi staccata dal collo da un colpo di roncola, qualcosa non torna a Serrano, nonostante abbia cuore e mente rapiti da Elena, la bella figlia di Romano Leoni, detto Falasca, assessore comunale di Tivoli e suo acerrimo nemico politico e non solo, per vecchie questioni che hanno a che fare tra lui e suo padre, Bizio.

Le indagini però fanno emergere un aspetto oscuro di Ettore. Di sera, a tarda ora, era solito intrattenersi con un ragazzino nella stalla, Giovanni Battista Leone, detto “Lingualonga” per la sua balbuzie. Lingualonga è figlio di Falsaca e testimoni oculari hanno visto Ettore che abbracciava il ragazzino e lo stringeva a sé invece di starsene a casa con la moglie.

Il ragazzino viene arrestato. È lui che stanco di quelle pretese e di quegli incontri, l’ha ucciso.

Ma anche il ragazzino non vivrà a lungo.

Quando poi un giornalista, suo ex collega, che Serrano aveva incontrato mentre andava a Tivoli per intervistare un generale (che in realtà era deceduto), verrà trovato sventrato lungo il Tevere, a Roma, Serrano capisce che quella a Tivoli non è stata una notte qualsiasi.

E quelle morti non sono morti accidentali.

Cosa c’è dunque sotto?

L’autore usa a pretesto episodi di fantasia per incastonarli in una delle pagine più sanguinose della storia italiana del Novecento è dà la sua chiave di lettura per spiegare quel che avvenne poi, quando l’Italia non si schierò con Austria e Germania, la Triplice Alleanza con cui aveva sottoscritto un patto politico-militale, ma scese in guerra con la Triplice Intesa: Regno Unito, Francia e Russia.

Una trama serrata e fitta di colpi di scena che si snoda in quei giorni, a cominciare dal 27 aprile 1915, in cui si decidevano le sorti dell’Europa. La miccia del conflitto mondiale era stata accesa a Sarajevo a fine giugno 1914, quando lo studente serbo Gavrilo Princip uccide l’arciduca Ferdinando, erede al trono d’Austria, e la moglie.   I giovani nazionalisti serbo-bosniaci che volevano riunirsi in una grande Serbia, colpendo l’Austria, che lo impediva, non avevano tenuto conto delle implicazioni e delle conseguenze del loro attentato che, da lì a poco avrebbero portato all’inizio della Prima guerra mondiale. La Grande Guerra, uno dei più sanguinosi conflitti della storia umana le cui vittime, si stima, furono più di 37 milioni tra morti, feriti e mutilati.

Un romanzo che sorprende piacevolmente e un autore da tenere d’occhio.

Roberto Mistretta

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