Rintocchi dal buio – William Bavone e Jacopo Montrasi
Ascoltare musica libera la fantasia, nutre la creatività. Talvolta però, mentre le note rock martellano a ritmo forsennato, nella mente di uno scrittore si fanno strada delle storie oscure, spaventosamente strutturate. È il caso dell’antologia Rintocchi dal buio a cura di William Bavone e Jacopo Montrasi, pubblicata nell’ottobre 2022 dalla casa editrice Scatole Parlanti.
L’opera si pregia della prefazione di Massimo Cotto e unisce dieci racconti di altrettante penne geniali, che si sono distinte negli ultimi anni in concorsi importanti, legati al circuito del Giallo Mondadori. Senza escludere il fatto che ciascuno di loro ha all’attivo pubblicazioni di spessore. Gente che sa scrivere, insomma. Il fatto non è da mettere in dubbio.
L’idea di partenza è quella di rivisitare l’album Back in Black del celebre gruppo australiano AC/DC, il secondo più venduto di sempre dopo Thriller di Michael Jackson. Per cui una base già di per sé notevole.
Il miracolo però che hanno fatto gli scrittori sta nell’avere prodotto un racconto breve, ispirato ciascuno a una canzone dell’album, che potrebbe anche essere letto senza avere questa informazione di base. Perché non è un commento, ma altro. Ciascuno secondo il proprio stile e il proprio genere è riuscito a dare vita a una storia emozionante, che tiene avvinto il lettore, indipendentemente che sia o meno un estimatore del celebre gruppo. Nonostante il rock picchi duro, il prodotto è qualcosa di mirabolante.
Jacopo Montrasi, che con William Bavone è anche il curatore dell’antologia, scrive L’inferno di Bell, dove in uno scenario distopico in ottica Racconto dell’ancella, ritrova lo spunto per dichiarare che i sentimenti non sono morti. Fabio Mundadori è l’autore di Dormi dormi, un giallo concepito su due diversi registri, ed è proprio il caso di dirlo, anche se approfondire il tema del “doppio” toglierebbe la sorpresa. I miei tesori di Diego Di Dio analizza in un noir claustrofobico i rapporti tra fratelli, “cosa faresti per soldi?, una domanda quanto mai attuale. Massimo Tivoli dà vita a un coinvolgente giallo, in un piccolo paese, con interessanti digressioni tra passato e presente, ne Le colpe di Terranera. Luca di Gialleonardo esplora il mondo dello snuff movie, ma con due ragazzi protagonisti (Mummia e Bozzo) del tutto credibili. In Qanik l’altro curatore William Bavone ha il suo bel daffare a far quadrare i conti tra il protagonista e la sua mente, in un noir godibilissimo e tutto da leggere. A proposito, qanik è per gli eschimesi la neve che cade, per distinguerla da quella già a terra, che invece è aput. Non si finisce mai d’imparare! Una finestra sul browser è il thriller scritto a quattro mani da Beppe Roncari e Flavia Imperi, il più “internazionale” e agorafobico dei racconti, perché si va alla caccia di un serial killer nientemeno che in Giappone. Andrea Franco scende nel sottosuolo più depravato di Roma, col suo racconto El fantasma, una caccia all’uomo che spiazzerà il lettore, facendogli perdere ogni punto di riferimento. La notte sbagliata di Filippo Semplici tratta il tema della vendetta e di quanto l’infanzia influisca sulla formazione del carattere. Infine, Oriana Ramunno in Ain’t gonna die parte da quello che potrebbe sembrare il canonico omicidio di una donna, per portarci in un mondo futuristico, tutto da scoprire. La sua poliziotta Eva dovrà vedersela con un nuovo inizio, non soltanto per sé ma per l’umanità intera.
Dieci racconti, uno più bello dell’altro. Una raccolta consigliata, anche perché gli autori hanno deciso di devolvere le royalties all’Associazione Sorriso in Viaggio, per cui con ogni libro acquistato si potrà aiutare concretamente bambini malati e le loro famiglie, che ne hanno bisogno.
Le note si disperdono, forse non ce n’è neanche più bisogno. Rimangono belle storie, con personaggi che saranno ricordati nel tempo. Insieme al talento, il punto fermo attorno cui ruota l’intera antologia.