Rosa Teruzzi legge i Blog Killers e…



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Rosa Teruzzi legge i Blog Killers e…
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Come molti altri siti specializzati in recensioni, anche MilanoNera ha partecipato all’antologia Blog Killers, una simpatica sfida per vedere se noi che siamo abituati a giudicare, saremmo riusciti a scrivere un racconto giallo o noir con almeno un morto. Ora sta a voi giudicare
MilanoNera ha chiesto ad alcuni scrittori di leggere la raccolta e di esprimere liberamente il loro pensiero.
Ecco cosa ne pensa Rosa Teruzzi

Che siano la passione e il divertimento a guidarli non c’è dubbio. Non si spiegherebbe altrimenti quella loro stravagante mania di impegnare il tempo libero leggendo e recensendo valanghe di libri gialli, noir e thriller, piuttosto che dedicarsi ad altre attività sicuramente più ludiche. Con la stessa passione e lo stesso spirito, dieci blogger italiani hanno raccolto la sfida di scrivere ognuno un racconto in cui ci fosse almeno un morto, mettendosi per una volta nei panni, non di chi giudica, ma di chi viene giudicato.
Sfida vinta. Perché i dieci racconti di Blog Killers offrono un panorama variegato che potrà accontentare tutti gli amanti del genere. C’è chi si è ispirato alla cronaca, come Nico Donvito, che ha messo in scena un cold case con donne misteriosamente scomparse in Salento, sullo sfondo di festini a base di sesso e droga. O come Lorenzo Strisciullo, col suo serial killer cacciatore di donne e appassionato di fiori. Chi si è concentrato su complesse trame familiari, come Cecilia Lavopa e il suo Omar, un giovane uomo con le stigmate del fallimento, una tara genetica e una madre fin troppo opprimente, o come Elio Freda e il suo attore imprigionato in un ruolo ispirato al padre che odia. Ci sono racconti che sembrano usciti da incubi, come quello di Aniello Troiano: un uomo si risveglia imprigionato in un freezer, in una baita isolata di montagna mentre, fuori, qualcuno sta scavando una buca. E non è forse un incubo invitare a cena la persona pagata per ucciderti come succede alla vanesia protagonista del frizzante racconto di Manuel Figliolini?
Ci sono tutte le tinte di un malinteso senso dell’amore nella storia di Caterina Falconi, che si svolge dentro una casa di riposo, tra un giovane medico gerontofilo, la sua paziente preferita, l’ex amante del presidente della struttura e un architetto che muore scivolando sul borotalco (o forse no). Ma sono soprattutto gli abissi della mente e del cuore ad affascinare i nostri blogger, come quelli del feroce assassino di Giuseppe Pastore, convinto di agire per conto di due alieni usciti da un ripetitore telefonico o come il medico di Isabella Saffayè, inchiodato in un letto d’ospedale e preda di spaventose allucinazioni. Ci sono inseguimenti, sparatorie, misteriose sparizioni e ancor più misteriose epifanie e c’è moltissimo nero, in questi racconti, ma non manca una spruzzata di perfida leggerezza. Perfida come la protagonista del racconto di Cristina Aicardi, una killer prezzolata di mezz’età dall’apparenza innocua, che va in crociera con il figlio, fatica a issarsi sulle scarpe col tacco e tiene i suoi veleni in boccette di medicinali contro la menopausa. Con lei, morire dal ridere non è solo un modo di dire.
Rosa Teruzzi

Rosa Teruzzi

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